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“Facebook sta facendo a pezzi la società”, parla un ex manager

Chamath Palihapitiya

Il duro intervento di Chamath Palihapitiya, durante il suo discorso alla Graduate School of Business di Stanford

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 12 Dic. 2017 alle 17:32 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:33

“Penso che abbiamo creato strumenti che stanno facendo a pezzi il tessuto sociale di come funziona la società”. Queste sono solo alcune delle dure parole pronunciate dall’ex vice presidente di Facebook per la crescita degli utenti, Chamath Palihapitiya, durante il suo discorso alla Graduate School of Business di Stanford.

“Abbiamo creato un sistema di gratificazione a breve termine fatto di like e di feedback, guidato dalla dopamina, che sta distruggendo il modo normale in cui la società funziona: non sono cresciute né le discussioni, né la collaborazione. Ma solo la disinformazione e la mistificazione della realtà. E quello che dico non è un problema solo americano, non ha niente a che fare con i post della propaganda filorussa, ha a che fare con tutto il mondo”, ha proseguito Palihapitiya.

L’uomo ha anche ammesso di utilizzare solo alcuni social media, addirittura proibendone l’accesso ai figli: “Voi non ve ne accorgete, ma state subendo una programmazione. Ora, però, dovete decidere a quanta della vostra indipendenza intellettuale siete disposti a rinunciare”.

Palihapitiya è entrato in Facebook nel 2007, per poi abbandonarlo qualche anno dopo, fondando a sua volta la Social Capital, nel 2011.

“Dedichiamo le nostre vite a questo percepito senso di perfezione, perché veniamo ricompensati con questi segnali a breve termine (cuori, mi piace, pollici insù) dando loro anche valore e importanza, confondendoli con la verità.

E invece la loro realtà è falsa. Si tratta di fragile popolarità a breve termine che vi lascia, ammettetelo, ancora più vuoti di prima, perché poi vi inserisce in questo circolo vizioso in cui vi chiedete in continuazione ‘Ne ho ancora bisogno, qual è la prossima mossa?'”

Qui il video completo dell’intervento:

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