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La rivincita del dialetto del sud: la Crusca apre a “esci il cane” e “siedi il bambino”

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 27 Gen. 2019 alle 19:46 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:33

Da oggi “esci il cane”, “entra i panni”, o “siedi il bambino” non sono più errori gravi.

Basta prendere in giro i dialetti del sud che usano i verbi transitivi in modi fantasiosi. È l’Accademia della Crusca a decretarlo.

Tutto è partito dalle domande dei lettori, che chiedevano se fosse corretto costruire il verbo “sedere” con l’oggetto diretto di persona.

“Si può rispondere di sì, ormai è stata accolta nell’uso, anche se non ha paralleli in costrutti consolidati con l’oggetto interno come li hanno salire o scendere (le scale, un pendio). Non vedo il motivo per proibirla e neppure, a dire il vero, per sconsigliarla” ha spiegato Vittorio Coletti, socio dell’Accademia. Stessa cosa vale per i verbi uscire entrare.

“Esci il cane”, il (parziale) dietrofront dell’Accademia della Crusca

Poche ore dopo è arrivato il dietrofront dell’Accademia della Crusca: “Non abbiamo cambiato idea”. Il presidente Claudio Marazzini, intervistato dall’Agi, comunica che “gli insegnanti devono stare tranquilli: potranno continuare a correggere gli studenti che scrivono esci la sedia”.

Quella di Vittorio Coletti è da considerare un’apertura parziale: “Coletti ha guardato con simpatia a una spinta innovativa che trasferisce un modo di dire popolare, accettandola nell’eccezione della quotidianità e delle situazioni familiari. Naturalmente se viene trasportato nella grammatica della scuola nascono dei problemi perché l’insegnante sarà comunque chiamato a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale”.

Dialetto, sud e Crusca

In Italia e nel mondo l’Accademia della Crusca è uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. Può dare indicazioni, non regole, ma normalmente l’iter è questo: quella data forma linguistica discussa diventa prima legittima nella lingua parlata, poi eventualmente anche in quella scritta.

Ha continuato Coletti: “Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali”.

 

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