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Sfatiamo il mito che per essere produttivi ci si debba stancare fino allo sfinimento

Come riuscire a dare il massimo senza stressarsi o stancarsi in maniera eccessiva? Il nuovo libro di Steve Magness e Brad Stulberg propone alcune soluzioni interessanti

Di Giuseppe Loris Ienco
Pubblicato il 21 Nov. 2017 alle 18:32 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:36

Il mondo del lavoro è sempre più competitivo, meccanizzato e complesso. Immergersi a capofitto negli impegni per dimostrare di essere i migliori non risolve nulla; anzi, si corre il serio rischio di cedere a un esaurimento nervoso.

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E allora come riuscire a dare il massimo senza stancarsi in maniera eccessiva? “Peak Performance”, il nuovo libro dei mental coach Steve Magness e Brad Stulberg, propone alcune soluzioni degne di essere prese in considerazione.

L’idea centrale sta nel rivalutare il riposo come una chiave decisiva del successo. Secondo Magness e Stulberg, non basta fare sforzi immani per raggiungere il massimo nel lavoro: è meglio intervallare le sfide più faticose e difficili da portare a termine a periodi di relax sparsi nell’arco di tutto l’anno.

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Secondo Brad Stulberg, tante persone considerano lo stress uno stimolo da applicare al proprio corpo o cervello. Ma fino a quando questo stimolo non è dannoso?

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“Se si prova a sollevare un peso eccessivo per la nostra forza, corriamo il rischio di farci male. Lo stesso vale per ogni altro tipo di sfida. Se ci lasciamo travolgere dall’ansia dopo esserci impegnati in qualcosa di più grande di noi, vuol dire che lo stress non rappresenta più un fattore positivo utile alla crescita”, dice Stulberg.

Il mito del lavoro duro è da sfatare: il sonno, che i workaholics considerano una fastidiosa perdita di tempo, è necessario per rimetterci in sesto ed processare quanto ascoltiamo, impariamo e avvertiamo quando siamo svegli. Una sana dormita permette di fare piazza pulita di tutti i piccoli dettagli non necessari, lasciando spazio alle lezioni più importanti che, con il tempo, avranno modo di attecchire nella nostra coscienza.

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Riposare non vuol dire essere pigri. In base a quanto dice Steve Magness, “lasciare da parte qualcosa o focalizzarsi su altro permette al corpo e al cervello di fare un passo indietro quando si è quasi al limite, travolti dal lavoro e dallo stress. Concedersi una piccola passeggiata o un semplice break di cinque minuti ogni ora corrisponde agli intervalli nell’atletica leggera. Posso tutte le ripetute sui 400 metri del mondo, ma è solo intervallandole che riesco a migliorare e a diventare sempre più veloce”.

Il cervello funziona allo stesso modo: dieci minuti di pausa ogni ora di lavoro o piccole vacanze di un solo fine settimana sono necessari per ricaricare le batterie e rendere anche i periodi potenzialmente più stressanti estremamente produttivi.

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