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    La vita di Bart Simpson e Chris Griffin da adulti

    Un fumettista ha immaginato un futuro in cui i due, oggi cresciuti, devono affrontare i problemi psicologici derivanti da una vita al fianco delle rispettive famiglie

    Di TPI
    Pubblicato il 23 Mag. 2016 alle 14:44 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:00

    “I Simpson” e “I Griffin” sono due dei cartoni animati più
    noti al mondo. Chiunque abbia seguito almeno un episodio delle loro avventure
    conosce Bart Simpson e Chris Griffin, figli maschi delle rispettive famiglie.

    Nella famiglia Simpson, Bart è il ragazzino iperattivo e
    discolo che sembra provare un’irresistibile attrazione per gli scherzi, le
    ragazzate e le conseguenti punizioni da parte degli insegnanti.

    Certo, non c’è
    troppo da stupirsi, considerando che suo padre Homer non è esattamente un
    modello genitoriale ideale, spesso più interessato alla birra Duff e ai suoi
    compagni di bevute che all’educazione del figlio.

    Cose simili si potrebbero dire di Chris Griffin, adolescente
    sovrappeso e non troppo sveglio che si ritrova spesso vittima delle iniziative
    sconsiderate di suo padre Peter, anch’egli poco saggio e poco prodigo di
    insegnamenti utili alla crescita di Chris.

    Questi due personaggi di fantasia sono stati rivisitati da
    un fumettista 25enne di Seattle, Panic Volkushka, laureando in psicologia. Unendo i suoi due grandi interessi, l’autore ha immaginato un futuro in cui i due, oggi cresciuti, si ritrovano ad affrontare
    i problemi psicologici derivanti da una vita passata al fianco delle loro famiglie
    poco ortodosse.

    “I comportamenti che si imparano in famiglia costituiscono
    una grande parte dei comportamenti che assumiamo per il resto della vita. Sono
    stato vittima di bullismo quando ero alle scuole medie, e ho finito per andare
    in terapia a soli 13 anni”, dice Volkushka.

    Ecco perché, guardando la rappresentazione dei rapporti tra
    genitori e figli in questi programmi televisivi, ha deciso di immaginare quali
    sarebbero i risultati di queste relazioni nella vita reale, arrivando a ipotizzare
    i due giovani protagonisti dallo psicologo, entrambi traumatizzati dalla loro
    infanzia.

    Nelle scene rappresentate, Bart si lamenta del fatto che suo padre era un alcolizzato
    che, quando tornava a casa ubriaco e scopriva le sue marachelle a scuola,
    cercava di strozzarlo. Chris invece ricorda di come suo padre se la prendesse
    con sua sorella Meg, ridendo di lei e spingendola per le scale, e rimpiange il
    fatto che ora lei sia andata via di casa e non abbiano più avuto contatti.



    Nelle vignette successive, che sembrano rappresentare Bart e
    Chris come una coppia omosessuale che sta facendo una terapia congiunta, Chris
    afferma di sentirsi impaurito ogni volta che Bart lo insulta, perché questo gli
    ricorda suo padre, e a sua volta Bart dice di insultarlo perché è stato
    abituato così e si rende conto che Chris è al confronto una persona rispettosa
    e mansueta.


    La storia si conclude con il terapeuta che si congratula con
    loro per aver fatto ergere il loro passato e chiama suo padre per dirgli che
    è stato fortunato a crescere con un genitore come lui. 

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