Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Un virus sta trasformando i piccioni in “zombie” con collo contorto

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 12 Nov. 2022 alle 15:48 Aggiornato il 12 Nov. 2022 alle 15:48

    Tra i virus aviari emergenti, uno dei più temuti è il paramyxovirus del piccione di tipo (PPMV1), un patogeno probabilmente originario del Medio Oriente che colpisce i piccioni e altre specie di uccelli, incluso il pollame.

    Secondo quanto riporta The Sun, la Society for Prevention of the Cruelty of Animals di Jersey, isola nel Canale della Manica, ha segnalato “un aumento del numero di piccioni recuperati nelle ultime settimane, che hanno mostrato segni neurologici come collo contorto e incapaci di stare sulle zampe”. L’infezione virale, nota come Malattia di Newcastle (ND), nome preso dalla città dove fu individuato la prima volta nel 1927, e detta anche pseudopeste aviaria, può infatti trasformare i piccioni in creature simili a “zombie” che, oltre ad avere colli deformati, sono “generalmente magri e hanno feci verdi” hanno precisato gli operatori del servizio di soccorso animali dell’ente britannico. “A volte, mostrano anche lesioni derivanti dal fatto di non essere più in grado di restare in equilibrio o di volare”. La malattia, estremamente contagiosa nei volatili, si diffonde principalmente attraverso il contatto diretto con secrezioni ed escrementi di uccelli infetti, e può essere trasmessa anche all’uomo.

    Nell’uomo, l’infezione da paramyxovirus aviario di tipo 1 causa una malattia generalmente lieve, che può provocare leggera febbre, sintomi simil-influenzali e/o congiuntivite, che solitamente si risolve entro una settimana. Tuttavia, come documentato in un articolo di ricerca pubblicato sulla rivista Veterinary Research, finora sono stati segnalati due casi fatali di infezione umana, uno negli Stati Uniti e uno nei Paesi Bassi, entrambi in pazienti immunocompromessi che hanno sviluppato una grave polmonite.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version