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    Un video controverso ha scatenato l’ira dei gruppi di sopravvissuti all’Olocausto

    Screenshot/ Artur Żmijewski

    Nel video in questione si vedono persone nude giocare in una camera a gas di un ex campo di sterminio nazista. Ecco la storia

    Di Francesca Loffari
    Pubblicato il 1 Dic. 2017 alle 13:23 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:05

    Mercoledì 29 dicembre alcuni gruppi di sopravvissuti all’Olocausto hanno formalmente richiesto alle autorità polacche chi abbia dato il permesso a un artista di realizzare un filmato che ritrae persone nude mentre giocano a rincorrersi in una camera a gas di un ex campo di concentramento.

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    Il video in questione è stato girato da Artur Żmijewski nel 1999 e presentato a Cracovia nel 2015, in occasione della mostra Poland-Israel-Germany – The experience of Auschwitz, sponsorizzata dall’ambasciata israeliana.

    Il filmato, intitolato “Game of Tag“, mostra uomini e donne che giocano a rincorrersi in una camera a gas del campo di concentramento polacco Stutthof, dove sono state uccise 65 mila persone durante la Second Guerra Mondiale. Il video è stato presentato alla mostra, nonostante le obiezioni di Israele.

    Il luogo dove sono state girate alcune scene del corto è stato identificato solo a seguito della visita ufficiale, nel luglio 2017, del duca e duchessa di Cambridge, Willliam e Kate. Fino a quel momento non era stato possibile, per gli esperti, identificarlo.

    I gruppi di sopravvissuti, tra cui compaiono il Simon Wiesenthal Center, che indaga sui crimini nazisti di guerra, e il Center Organization of Holocaust Survivors di Israele, hanno chiesto in una lettera indirizzata al presidente polacco, Andrzej Duda, se Żmijewski fosse stato autorizzato a girare le scene in quella camera a gas.

    Inoltre, è stato richiesto al presidente di condannare immediatamente il video. Il corto è già stato bandito in Germania ed Estonia. La Polonia, dove sono morti più di sei milioni di abitanti, ha mostrato invece una certa indifferenza.

    Nonostante le numerose proteste, il Krakow Art Museum si rifiuta di censurare il video per proteggere la libertà di opinione, mentre Żmijewski scrive sul sito del Warsaw Art Museum che i protagonisti del video si stanno sì divertendo, “Ma sanno dove si trovano: in una camera a gas di quello che fu un campo di sterminio nazista”.

     

     

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