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    L’Unione europea chiude i porti e chiede alle Ong di lavorare con la guardia costiera libica

    Il vertice di Tallinn sui migranti si è tradotto in un sostegno formale alla posizione italiana. Delle richieste di Roma sono state approvate solo le nuove regole per le Ong e un maggiore sostegno economico alla Libia

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 6 Lug. 2017 alle 21:20 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:53

    Il 6 luglio, i ministri dell’Interno dell’Unione europea riuniti a Tallin, capitale dell’Estonia, hanno chiesto alle organizzazioni non governative che salvano i migranti nel Mediterraneo di coordinarsi con la guardia costiera libica per non incoraggiare i migranti a rischiare la vita nella traversata.

    Nel 2016 più di 360 mila tra migranti e rifugiati hanno raggiunto le coste mediterranee europee. Soltanto nei primi 6 mesi del 2017, oltre 85 mila persone sono sbarcati solo sulle coste italiane.

    La Commissione europea teme che il servizio di salvataggio delle Ong sia un fattore di rischio per i migranti che tenterebbero di raggiungere l’Europa su mezzi di fortuna nella speranza di poter contare sull’aiuto di queste organizzazioni.

    I ministri dell’Interno europei per questo hanno deciso di rafforzare la guardia costiera libica, offrendo al paese africano maggiori fondi, approvando il piano proposto dalla Commissione europea, anche per implementare un sistema di rimpatri e campi per chi non risulta aver diritto allo status di rifugiato o alla protezione internazionale.

    Il ministro dell’Interno italiano Marco Minniti ha dichiarato che le Ong hanno condotto il 34 per cento dei salvataggi in mare e che dunque devono collaborare con i libici quando si trovano nelle acque di competenza del governo di Tripoli.

    “Dobbiamo aiutare l’Italia a superare questa crisi e tutti i paesi devono fare uno sforzo a questo scopo”, ha inoltre dichiarato il ministro dell’Interno estone Andres Anvelt. È stato proprio Anvelt a presiedere il vertice, è il suo paese infatti ad avere la presidenza di turno dell’Unione europea.

     

    Il vertice si è tradotto in un sostegno formale alla posizione italiana e a una sostanziale approvazione delle linee guida del piano proposto dalla Commissione europea. Delle richieste italiane sono state approvate solo le nuove regole per le Ong e un maggiore sostegno economico alla Libia ma gli stati membri, compresi Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio hanno rigettato la richiesta di aprire i porti europei alle navi che salvano i migranti in mare.

    Per quanto riguarda le Ong, Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, ha espresso la propria preoccupazione che i piani europei incrementino le sofferenze delle persone che cercano di raggiungere l’Europa.

    – LEGGI ANCHE: “Chiudere i porti italiani non è la strada giusta e costerebbe vite umane”, parla Medici Senza Frontiere

    “I governi europei dovrebbero dare il proprio supporto alle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e trattare i migranti in modo più corretto, trasparente e legale”, si legge nel comunicato di Oxfam.

    In una conferenza separata a Roma, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha sottolineato l’importanza di rafforzare i confini meridionali della Libia per scoraggiare i migranti ad attraversare il Sahara.

    “Dobbiamo frenare i migranti dal raggiungere la Libia e per fare questo dobbiamo aiutare i paesi confinanti”, ha dichiarato Alfano.

    – LEGGI ANCHE: Cosa prevede il piano della Commissione europea per i migranti

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