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    Israele, mezzo milione di persone vaccinate in 10 giorni: il confronto con l’Italia

    Il premier israeliano Netanyahu. Credit: ANSA
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 30 Dic. 2020 alle 13:10

    Israele, mezzo milione di persone vaccinate in 10 giorni: il confronto con l’Italia

    In Israele il vaccino contro il Covid-19 è stato inoculato a circa mezzo milione di persone in meno di dieci giorni: l’obiettivo del premier Benjamin Netanyahu è di arrivare entro la fine della primavera 2021 all’immunizzazione di gregge.

    Gli esperti ritengono che, in generale, l’immunità di gregge si possa raggiungere quando è immune al virus almeno l’80-90% della popolazione.

    L’Italia, secondo il piano di vaccinazione predisposto dal Governo, dovrebbe arrivare a questo livello non prima dell’autunno inoltrato. Analoga previsione viene fatta per quasi tutti gli altri Paesi europei.

    Vaccino Covid: Israele corre

    In Israele – dove è da poco iniziato il terzo lockdown dall’inizio della pandemia – la campagna di vaccinazione è partita il 20 dicembre 2020, una settimana prima rispetto agli Stati membri dell’Unione europea. Nella serata di martedì 29 dicembre il Governo israeliano ha annunciato che è stato raggiunto il traguardo delle prime 500mila persone vaccinate contro il Covid-19.

    Secondo i dati del ministero della Salute, è già stato vaccinato il 20% della popolazione over 60 e il 25% di coloro che hanno tra i 70 e i 79 anni. Entro le prossime sei settimane si punta ad arrivare a 2,25 milioni di persone immunizzate.

    “Siamo in testa in tutto il mondo nell’approvvigionamento e nella somministrazione del vaccino”, ha commentato il primo ministro Netanyahu, tra i primi a ricevere la propria dose. “Siamo i campioni mondiali di vaccini. Il mio obiettivo ora è assicurare che continueremo a questo ritmo”.

    Secondo quanto stimato dal biologo Eran Segal, intervistato su Channel 12, mezzo milione di vaccini sarebbero sufficienti a ridurre del 65% il numero di morti per Covid in Israele.

    Israele è attualmente primo al mondo per numero di dosi somministrate pro-capite: nello Stato ebraico si spera di aver inoculato il vaccino a due terzi della popolazione (senza contare i ragazzi sotto i 16 anni) entro la fine di marzo.

    Oltre 200 centri sono stati allestiti nel Paese: le operazioni vengono condotte come in una catena di montaggio e per permettere ai dottori e agli infermieri di riposare è probabile che vengano arruolati i riservisti addestrati da paramedici ai tempi del servizio militare obbligatorio. La maggior parte delle fiale arrivano dalla Pfizer.

    Vaccino Covid: il piano dell’Italia

    In Italia, come nel resto dell’Unione europea, la campagna di vaccinazione contro il Covid è iniziata il 27 dicembre 2020. Nella serata di martedì 29 dicembre il Commissario straordinario all’emergenza pandemica, Domenico Arcuri, ha reso noto che sono state vaccinate in tre giorni poco più di 8.300 persone.

    A partire da oggi, mercoledì 30 dicembre, l’Italia prevede di somministrare 470mila dosi di vaccino alla settimana. Attraverso gli accordi stipulati dalla Commissione europea all’Italia arriveranno nei prossimi mesi complessivamente circa 200 milioni di dosi dei vaccini Pfizer, Astrazeneca, Moderna, Sanofi, Johnson&Johnson e Curevac.

    Nel primo trimestre del 2021 dovrebbero arrivare in Italia 28 milioni di dosi, mentre tra aprile e giugno dovremmo salire a 57 milioni e tra giugno e settembre a 54 milioni.

    Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha affermato che confida di raggiungere entro fine marzo le 16 milioni di dosi inoculate, corrispondenti a 8 milioni di italiani vaccinati.

    Il ritardo nell’approvazione del vaccino Astrazeneca da parte delle autorità europee, tuttavia, potrebbe rallentare il piano della vaccinazione in Italia. Delle 200 milioni di dosi previste, infatti, circa 40 dovrebbero arrivare dalla multinazionale con sede nel Regno Unito.

    Leggi anche: Vaccino Covid, il farmacologo Garattini a TPI: “Non sarà disponibile rapidamente, misure ancora fondamentali”

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