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    Gli Usa pronti al veto sulla risoluzione Onu contro gli stupri di guerra

    Credit: JEWEL SAMAD/AFP
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 23 Apr. 2019 alle 10:54 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:24

    Gli Stati Uniti hanno minacciato di porre il loro veto su una risoluzione dell’Onu che condanna l’uso dello stupro come arma di guerra a causa del linguaggio utilizzato, secondo quanto rivelato in esclusiva dal Guardian.

    Secondo Washington, il testo riconosce il diritto delle vittime ad abortire e di conseguenza si pone in aperto contrasto con le politiche adottate in patria dall’amministrazione Trump.

    Nonostante gli avvertimenti, la delegazione tedesca spera ancora che gli Stati Uniti si ricredano e approvino la risoluzione, che è stata già presentata in una versione più “leggera”.

    Nel corso delle discussioni infatti è stata eliminata la parte che prevedeva l’introduzione di un meccanismo formale per monitorare e segnalare le atrocità commesse durante la guerra a causa dell’opposizione di Stati Uniti, Russia e Cina.

    “Non siamo nemmeno sicuri che la risoluzione sarà discussa domani, a causa delle minacce di un veto da parte degli Stati Uniti”, ha detto al giornale britannico Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in tempo di guerra.

    Se non si dovesse raggiungere un accordo all’interno del Consiglio di sicurezza, gli Stati membri potrebbero ripresentare un testo precedentemente concordato, ma gli Stati Uniti hanno già avvertito che non hanno intenzione di accettare la versione del 2013 perché il linguaggio utilizzato non è in linea con le loro politiche.

    “Stanno minacciando di usare il loro diritto di veto perché il testo parla di servizi sanitari che riguardano anche  la salute sessuale e riproduttiva. Per il momento il linguaggio è stato mantenuto invariato e vedremo nelle prossime 24 ore come si evolverà la situazione “, ha affermato Patten.

    “Sarebbe un’enorme contraddizione proporre un approccio che si concentra sui sopravvissuti senza fare alcun riferimento  ai servizi di assistenza sessuale e riproduttiva”.

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