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    “Dopo l’assalto a Capitol Hill i militari tolsero a Trump l’accesso alle armi nucleari”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 15 Set. 2021 alle 10:51

    Usa, dopo il 6 gennaio i militari tolsero a Trump l’accesso alle armi nucleari

    I militari Usa, terrorizzati dall’idea che Donald Trump potesse lanciare un attacco contro la Cina dopo la sconfitta elettorale, tolsero l’accesso alle armi nucleari al presidente uscente: lo rivela Peril, il nuovo libro che il giornalista del Washington Post Bob Woodward, autore negli anni Settanta insieme a Carl Bernstein dell’inchiesta sullo scandalo Watergate, ha scritto sempre con un collega dell’autorevole quotidiano, Robert Costa.

    Il volume, in uscita negli States il 21 settembre, ma in parte anticipato dalla Cnn, ripercorre gli ultimi giorni di Donald Trump alla Casa Bianca.

    Secondo il libro, il generale Mark Milley, capo dello Stato Maggiore Unificato, in un paio di occasioni, il 30 ottobre, 4 giorni prima delle elezioni presidenziali, e l’8 gennaio, due giorni dopo l’assalto a Capitol Hill, chiamò segretamente il suo collega cinese, il generale Li Zuocheng, per rassicurarlo sul fatto che gli Usa non avessero nessuna intenzione di attaccare militarmente la Cina.

    Milley, inoltre, sempre l’8 gennaio decise autonomamente di limitare la possibilità che Trump ordinasse un attacco. Dopo l’assedio al Congresso Usa, infatti, il militare si era convinto che il presidente uscente fosse “in preda a un grave declino mentale seguito alle elezioni”.

    Il generale, dunque, sempre secondo quanto svela il volume, revisionò le procedure delle azioni militari, incluso il lancio di armi nucleari, avvertendo gli alti ufficiali di prendere ordini solo ed esclusivamente da lui.

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