Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Un uomo è sopravvissuto dopo aver viaggiato per 10 ore nel carrello di un aereo partito dal Sudafrica

    Credit: Wikimedia
    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 24 Gen. 2022 alle 10:47

    Un uomo è sopravvissuto dopo aver viaggiato nascosto nel vano del carrello di un aereo cargo partito da Johannesburg e diretto ad Amsterdam, a circa 60 gradi sottozero per otre 10mila chilometri. Dal Sud Africa all’Olanda sono circa undici ore di volo, ma in questo caso il velivolo aveva fatto uno scalo a Nairobi, in Kenya, prima di atterrare la mattina seguente.

    La polizia olandese non ha ancora fornito le generalità dell’uomo che ora è in ospedale e “in condizioni stabili”, ha detto il portavoce della polizia militare olandese, Joanna Helmonds, all’Agence France – Presse. Non è ancora chiaro se l’uomo sia salito a bordo del Boeing 747 in Sud Africa o in Kenya. L’aereo appartiene alla divisione italiana della Cargolux e la società ha confermato la vicenda. “L’individuo è stato trovato vivo nella sezione della ruota anteriore dell’aereo”, ha raccontato Helmonds.

    Secondo siti di tracciamento dei voli, il Boeing è decollato il 22 gennaio da Johannesburg alle 19.35 ora locale (18.35 in Italia). Dopo quasi quattro ore ha fatto scalo a Nairobi e ha volato a un’altitudine massima di 41mila piedi (12.500 metri) e a una velocità che ha toccato i 787 chilometri orari. Alle 4.20 del mattino (2.20 in Italia), l’aereo è ripartito per Amsterdam dove è atterrato otto ore dopo.

    “È insolito che qualcuno sia riuscito a sopravvivere al freddo a una tale altezza”, ha detto la portavoce della polizia. Infatti, non solo le temperature possono raggiungere gli oltre 60 gradi sotto lo zero in volo, ma superati i 5500 metri il corpo non ha più ossigeno sufficiente. A quasi 7000 metri, invece, si perde coscienza. Dal 1947 almeno 128 persone hanno viaggiato nascoste nei carrelli o nelle stive: il 77% di questi non ce l’ha fatta. Alcuni dei migranti che negli anni hanno provato a viaggiare in queste condizioni sono caduti durante le fasi di decollo o di atterraggio, altri sono andati a ipotermia o ipossia.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version