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    L’Ungheria evoca l’uscita dall’Ue: “Possibile nel 2030, quando dovremo dare più di quanto riceviamo”

    Il premier ungherese Viktor Orban. Credit: EPA/MARTIN DIVISEK/ANSA
    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 3 Ago. 2021 alle 19:31

    L’Ungheria potrebbe rivalutare la propria adesione all’Unione europea entro la fine del decennio, quando diverrà un “contributore netto” al bilancio comunitario. L’annuncio arriva direttamente da Mihaly Varga, ministro delle Finanze del governo Orban, che in un’intervista all’emittente locale Atv ha dichiarato che Budapest potrebbe ripensare il proprio ruolo in Europa se dovesse arrivare a versare al budget dell’Ue più di quanto riceve in termini di fondi europei.

    “Se prevediamo che diverremo contribuenti netti dell’Ue, la questione potrebbe aprire una nuova prospettiva”, ha dichiarato Varga nel corso dell’intervista. “Soprattutto se continueranno gli attacchi di Bruxelles in materia dei valori”. Al momento comunque la questione non è all’ordine del giorno. Il ministro infatti ha ribadito che se quest’anno si fosse svolto un ipotetico voto per l’adesione dell’Ungheria all’Unione europea sarebbe stato “tra coloro avrebbero votato sì”.

    Il Paese ha aderito all’Ue nel 2004 e da allora è sempre stata un beneficiario netto dei fondi comunitari, a differenza dell’Italia che – in termini assoluti – versa a Bruxelles più di quanto riceve. Secondo le previsioni del governo guidato da Viktor Orban, Budapest dovrebbe entrare a far parte dei “contributori netti” entro la fine del 2030.

    I 27 governi dell’Unione, considerati i “contribuenti” al budget europeo, versano ogni anno alle casse dell’Ue una quota pari a circa l’1 per cento del Pil nazionale. Secondo i dati della Commissione europea, nel 2018 l’Ue ha speso 6,298 miliardi di euro in Ungheria, pari al 4,97 per cento del Pil del Paese, mentre nello stesso anno il contributo di Budapest al bilancio comunitario è stato pari a 1,076 miliardi di euro, equivalente allo 0,85 per cento dell’economia locale.

    In termini complessivi, a fronte di un contributo di poco superiore ai 4,7 miliardi di euro, il bilancio comunitario 2014-2020 ha visto l’Ungheria ricevere oltre 25 miliardi di euro di Fondi strutturali e di investimento, pur avendone spesi solo 17, che hanno finanziato nove diversi programmi nazionali, una cifra destinata a restare altrettanto congrua anche per il budget 2021-2027, che complessivamente mette a disposizione degli Stati membri oltre 2.000 miliardi di euro.

    A questi vanno ad aggiungersi i più di 800 miliardi del Recovery fund, da cui Budapest si aspetta di ricevere oltre 7 miliardi di euro. Lo scorso mese però la Commissione europea ha bloccato la valutazione del piano di ripresa presentato dall’Ungheria, chiedendo al governo Orban di approvare una serie di riforme strutturali in materia di giustizia e lotta alla corruzione.

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