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    Ungheria, i consiglieri vicini a Orbàn: “Troppe donne all’Università, un rischio per mascolinità e natalità”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 29 Ago. 2022 alle 12:16 Aggiornato il 29 Ago. 2022 alle 12:35

    “Il fenomeno dell’istruzione rosa” che favorisce le donne in Ungheria potrebbe mettere in pericolo l’economia, abbassare il tasso di natalità e svantaggiare gli uomini. È quanto afferma uno studio presentato al parlamento ungherese dall’ufficio dei revisori dei conti statali – un watchdog del Parlamento considerato vicino al premier Viktor Orbàn – le cui conclusioni sono state pubblicate dal quotidiano Nepszava. Gli autori del report affermano che le donne sono sovrarappresentate nell’istruzione superiore ungherese e che un aumento delle laureate potrebbe renderle meno propense a sposarsi e ad avere figli.

    Questo avviene in un momento in cui il governo sta cercando di rilanciare la natalità nel Paese: una delle iniziative lanciate di recente riguarda l’esenzione a vita dal pagamento dell’imposta sul reddito per le donne con quattro figli. Ma lo studio – riportato dal quotidiano the Guardian – sostiene che nell’ultimo decennio nelle università ungheresi si siano iscritte più donne che uomini – una percentuale che in autunno dovrebbe raggiungere il 54,5 per cento – e che nel frattempo gli studenti maschi hanno abbandonato in numeri sempre più elevati gli atenei. Inoltre secondo il documento nel sistema educativo ungherese sarebbero favoriti i “tratti femminili” come la maturità emotiva e sociale, un fatto che indebolirebbe l’uguaglianza sessuale.

    I ricercatori hanno quindi avvertito che l’economia ungherese potrebbe essere messa a rischio se venissero sottovalutati i “tratti maschili” come le competenze tecniche, l’assunzione di rischi e l’imprenditorialità. Il rapporto ha suscitato aspre critiche da parte di diversi politici ungheresi e da esperti di diritti umani, in un Paese già nel mirino da tempo per le disuguaglianze di genere e per le leggi contrarie ai diritti delle persone Lgbtqi o che restringono il diritto all’aborto.

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