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    L’Ue avvia l’iter per le sanzioni contro la Polonia: “Stato di diritto a rischio”

    Credit: Dursun Aydemir / Anadolu Agency

    In caso di voto unanime da parte degli stati membri, la Polonia potrebbe vedere sospesi i suoi diritti di voto all'interno delle istituzioni europee

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 20 Dic. 2017 alle 17:02 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:48

    L’Unione europea ha deciso di attivare per la prima volta nella sua storia la procedura prevista dall’articolo 7 dei Trattati contro la Polonia, accusata di aver messo a rischio lo stato di diritto e la democrazia nazionale con la nuova riforma della giustizia.

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    In caso di voto unanime da parte degli stati membri, Varsavia potrebbe vedere sospesi i suoi diritti di voto nelle istituzioni Ue e l’accesso ai finanziamenti europei, due tra le misure più pesanti previste dall’articolo 7.

    Dietro la drastica decisione della Commissione europea vi sono i piani dell’esecutivo polacco per permettere interferenze politiche nell’ambito giudiziario. Secondo l’Ue si tratterebbe di misure che metterebbero in serio pericolo valori fondamentali per uno stato democratico.

    “Negli ultimi due anni è stato adottato un numero significativo di leggi, 13 in totale, in grado di minare l’indipendenza della giustizia e la separazione dei poteri in Polonia”, ha detto ai giornalisti Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea.

    “Queste riforme giudiziarie vogliono sottomettere la magistratura del paese al controllo politico della maggioranza. In assenza di un organo giuridico indipendente, ci sono molti dubbi riguardo l’effettiva applicazione delle norme europee”, ha aggiunto Timmermans.

    In un intervento trasmesso dalla televisione di stato il 20 dicembre, il ministro degli Esteri polacco, Witold Waszczykowski, ha affermato che qualsiasi decisione di avviare le procedure per introdurre l’articolo 7 dei Trattati costituirebbe “un tentativo per estromettere la Polonia dalle decisioni più importanti prese a Bruxelles”.

    Il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ha già reso noto che la Polonia non è disposta a fare concessioni sulla riforma della giustizia, considerata fondamentale in quanto “il potere giudiziario conserva ancora le stesse strutture esistenti dai tempi del comunismo”.

    Nonostante la persistente mancanza di confronto tra istituzioni europee e polacche in merito alla questione, la Commissione ha fatto sapere di essere disponibile a ritirare la procedura d’avvio delle sanzioni nel caso di proposte utili a risolvere la situazione da parte di Varsavia.

     

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