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    L’Ue che minaccia di multare l’Italia è ridicola. Salvini e Di Maio devono scrivere la manovra come gli pare

    Matteo Salvini, Jean-Claude Juncker e Luigi Di Maio
    Di Luca Telese
    Pubblicato il 6 Giu. 2019 alle 13:20 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:27

    Ue Italia | Ridicole le minacce | Lettera Ue | Procedura 

    Ue Italia – Jean Claude Juncker e Pierre Moscovici non sono mai stati così impopolari nei loro rispettivi paesi. E, purtroppo, non sono mai stati così popolari in Italia, guardacaso proprio mentre mettono sotto processo l’Italia.

    Sono i reggenti di una commissione dimissionaria, stanno per andarsene, ma tuttavia hanno deciso di correre come matti pur di usare gli ultimi scampoli di mandato per mettere sotto procedura il debito e il deficit italiani (entro luglio) e imporci una manovra correttiva.

    Ieri persino i famigerati “mercati” (che seguono logiche legittimamente speculative ma che da noi sono sempre evocati come se fossero l’oracolo di Delfi), hanno mostrato di non prenderli sul serio. In altri tempi la “letterina” avrebbe pesato venti o trenta punti sullo spread, mentre ieri, nella giornata di fuoco dei tre commissari, il differenziale è addirittura calato.

    Perché dunque Moscovici e compagni sono così popolari in Italia? La risposta è semplice. Perché qualcuno pensa che possano destabilizzare il governo. Se sono nemici di Salvini e Di Maio – questo è il ragionamento di questi geniali e autolesionisti patrioti – diventano amici miei.

    Se la minaccia del rigore costringerà il governo ad una nuova manovra, pensano, per i gialloverdi sarà un colpo. Quindi bene. Un ragionamento bizzarro, che archivia il vecchio dualismo tra euroscettici ed eurofili, e crea d’imperio una nuova luminosa categoria: “gli euromasochisti”.

    A costoro bisognerebbe sommessamente ricordare che non un pericoloso sovranista, ma un luminare dell’economia europea, un socialista di formazione keynesiana come Jean Paul Fitoussi ha detto che la “letterina dovrebbe essere buttata nel cestino” (il termine originale era più grave, ma sorvoliamo).

    Telese intervista l’economista Fitoussi: “La sinistra non esiste più”

    E non perché Fitoussi sia amico di Salvini (non lo può vedere e lo ha definito “l’extreme droite”), non perché ami Di Maio (“Quelli che dicono che non esiste destra o sinistra sono solo destra”) e nemmeno perché gli sia simpatico Emmanuel Macron (“Mi ha profondamente deluso, sta dalla parte dei ricchi”), ma perché è un uomo lucido.

    E infatti spiega: “Il rigore ha fallito. Si esce dalla crisi solo con la spesa”. Ma agli euromasochisti tutto questo non importa. Erano contro la Grecia quando si trattava di picchiare la Grecia (adesso nemmeno il fondo monetario nega che sia stato compiuto un massacro sociale) e fanno come certi giornalisti che si vantano di aver nascosto la notizia dell’aumento della mortalità infantile ad Atene per “senso di responsabilità” (verso chi?).

    Ue Italia | Gli euromasochisti 

    Questi eromasochisti fingono di ignorare che l’Italia non ha un enorme debito pubblico perché il suo popolo ha goduto di ignobili regalie (come cerca di sostenute qualcuno) ma perché è entrata in Europa che già aveva un enorme debito pubblico. Eravamo al 100 per cento, o giù di lì, non eravamo una sposa illibata che ha mentito sulla sua verginità. Non siamo peccatori e imbroglioni. Ed evidentemente il nostro debito a qualcosa è servito, altrimenti ci avrebbero tenuto fuori.

    Adesso la crisi, e i tanti governi che hanno speso in deficit in questi anni (tutti, compreso l’ultimo, che ha speso un po’ meno degli altri) hanno ulteriormente gonfiato questo debito. Ma il tema è: qualcuno pensa davvero che dal 130 per cento per cento si possa scendere al 66 per ceno con qualche decreto? Con un taglio orizzontale? Massacrando qualche pensionato?

    Ecco perché il sottoscritto, al contrario degli euromasochisti, degli iper-liberisti e dei rigoristi, non sta dalla parte di Salvini, ma dalla parte di Fitoussi, dei socialisti veri, della sinistra, del buonsenso.

    Ue Italia | La manovra la scrivono Salvini e Di Maio

    Qualsiasi governo si trovasse domani a gestire il paese dovrebbe impugnare le regole europee, per dimostrare che la logica del rigore sta facendo male a questo paese. Difendere questo principio non significa difendere la politica del governo, di questo governo, ma difendere il diritto di qualsiasi governo, a fare una qualsiasi politica. L’ultima parola sul debito e sul deficit.

    Anche i francesi stanno spendendo in deficit. E non per i fantomatici “investimenti”, ma – esattamente come noi – per rendere “universale” (la consueta modestia di Macron) il loro reddito di cittadinanza. Per fare spesa sociale e un po’ di clientela.

    Secondo Moscovici, che evidentemente giudica il suo paese con occhio più binario rispetto a quello con cui giudica il nostro, questa spesa è ammissibile perché “temporanea”. Fantastico. E ovviamente è una balla, perché in numeri assoluti il debito francese ha superato anche quello italiano.

    Quindi con buona pace degli euromasochisti non c’è soluzione. O facciamo scrivere la manovra direttamente a Bruxelles, oppure difendiamo il nostro diritto a scriverla in Italia. Chiunque la scriva.

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