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    L’Ue impone nuove sanzioni contro la Bielorussia: “Resistere alla strumentalizzazione dei migranti”

    Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. Credit: EPA/OKSANA MANCHUK/BELTA
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Nov. 2021 alle 14:31

    L’Ue impone nuove sanzioni contro la Bielorussia: “Resistere alla strumentalizzazione dei migranti”

    L’Unione Europea ha dato il via libera a nuove sanzioni contro la Bielorussia, a seguito della crisi dei migranti al confine con la Polonia. “La decisione di oggi riflette la determinazione dell’Unione Europea a resistere alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici”, ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, dopo il voto favorevole del consiglio dei ministri degli Esteri europei all’estensione del regime di sanzioni contro la Bielorussia. “Stiamo respingendo questa pratica disumana e illegale. Allo stesso tempo, continuiamo a sottolineare l’inaccettabile repressione in atto da parte del regime contro la propria popolazione e noi risponderemo di conseguenza”, ha aggiunto il capo della diplomazia europea, dopo che migliaia di migranti nelle ultime settimane si sono ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia, tentando di superare la recinzione tra i due paesi.

    Una crisi che secondo l’Unione europea è stata orchestrata direttamente da Alexander Lukashenko. Il presidente bielorusso, spesso considerato l’ultimo dittatore d’Europa, ha minacciato ritorsioni nel caso l’Ue avesse deciso di imporre nuove sanzioni sul suo paese, dopo quelle già imposte a seguito del controverso voto dell’anno scorso e la successiva repressione delle proteste anti-governative. In particolare aveva minacciato il blocco delle forniture di gas verso l’Europa nel caso venisse chiuso il confine con la Polonia. La Russia, che esporta la materia prima tramite il gasdotto Yamal-Europe, ha dichiarato che non prevede di deviare le forniture di gas nel caso la Bielorussia decidesse di chiudere il passaggio.

    “È assolutamente sbagliato dare tutta la colpa della situazione al confine al presidente bielorusso Lukashenko”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, annunciando che per risolvere la crisi dei migranti la Russia potrebbe agire come mediatore in un negoziato tra Bielorussia e Ue.

    Oggi il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha chiesto al presidente russo Vladimir Putin, il principale alleato di Lukashenko, di mettere pressione sulla Bielorussia per porre fine alla crisi.
    ”Ciò che vediamo a Minsk, questo sistema disumano di utilizzare i rifugiati come strumenti per esercitare pressioni sull’Unione europea, non è migliorato ma è peggiorato negli ultimi giorni”, ha detto il ministro tedesco dell’UE prima del vertice di stamattina, annunciando sanzioni anche contro le compagnie aeree che negli scorsi giorni hanno portato i migranti dal Medio oriente alla Bielorussia. “Dobbiamo rendere l’aeroporto di Minsk una ‘no-fly zone’”, ha chiesto Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis.

    Secondo le autorità polacche, a novembre si sono verificati finora 5.100 tentativi irregolari di attraversamento del confine con la Bielorussia, rispetto ai 120 in tutto il 2020. Circa 4.000 persone sono adesso bloccate al confine tra i due paesi, sopportando temperature gelide. Finora almeno otto persone sono morte, alcune di freddo e di stanchezza.

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