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    Venti di guerra sull’Ucraina: Putin mostra i muscoli ma Europa e Usa non possono difendere Kiev

    Dopo il crollo dell’Urss, il Cremlino ha rifondato le sue forze armate e ora può contare su un arsenale moderno e su un’enorme potenza di fuoco. Ecco perché l’Occidente non può fermare la Russia in caso di invasione

    Di A. Troianovski,  M. Schwirtz, A. E. Kramer  
    Pubblicato il 5 Feb. 2022 alle 15:58 Aggiornato il 5 Feb. 2022 alle 16:13

    Nei primi anni di Vladimir Putin a capo del Cremlino, le forze armate russe apparivano come un apparato depauperato e ormai svuotato della propria potenza, sebbene equipaggiato di armi nucleari. Facevano molta fatica a mantenere a galla i propri sottomarini nell’Artico e a stento riuscivano a tenere a bada un’insurrezione di ribelli male armati in Cecenia. In alcuni casi gli ufficiali più alti in grado abitavano in complessi popolari infestati dai topi e con pareti ricoperte di muffa. Quanto ai soldati, addestrati poco e male, al posto delle calze spesso si fasciavano i piedi con pezze di vari tessuti, proprio come erano stati costretti a fare prima di loro altri combattenti ai tempi dell’Unione sovietica e degli zar.

    Ma, a distanza di vent’anni, le forze russe ammassate lungo il confine con l’Ucraina sono molto diverse. Sotto la leadership di Putin, l’apparato militare è stato completamente rifondato, trasformandosi in un moderno esercito specializzato in grado di schierarsi rapidamente e con conseguenze letali nei conflitti convenzionali: è questa l’opinione di molti analisti militari. L’esercito è dotato di armamenti teleguidati molto precisi e di una nuova e più efficiente struttura di comando e si compone di soldati professionisti e ben nutriti.

    E, naturalmente, possiede ancora armi nucleari. Queste moderne forze armate
    sono diventate uno strumento sempre più importante per la politica estera di Vladimir Putin: ha annesso la Crimea, è intervenuto in Siria, ha schierato truppe di pace tra Armenia e Azerbaigian e, proprio questo mese, ha offerto pieno sostegno al leader del Kazakistan, amico della Russia. Adesso questo stesso esercito è il perno di un’operazione ancora più ambiziosa e allarmante: usare le minacce e in teoria ricorrere all’uso della forza – come molti temono – per riportare l’Ucraina nella sfera di influenza di Mosca.

    “La mobilità dell’esercito, il suo livello di preparazione e il suo equipaggiamento militare sono ciò che consente alla Russia di esercitare pressioni sull’Ucraina e su tutto l’Occidente”, ha spiegato Pavel Luzin, analista russo per la sicurezza. “Le armi nucleari da sole non bastano”….. Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui

    Traduzione di Anna Bissanti. © 2022 The New York Times Company

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