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    Trump ha imposto una tassa del 25 per cento su 800 prodotti cinesi

    Donald Trump

    Le tariffe, che interessano prodotti che vanno dai pneumatici degli aerei alle turbine fino alle lavastoviglie per un valore di 34 miliardi di dollari, entreranno in vigore il 6 luglio

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 15 Giu. 2018 alle 19:53 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:02

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, imporrà il 25 per cento di dazi sui beni cinesi per un valore di 50 miliardi di dollari, accusando Pechino di furto del copyright intellettuale.

    Le tariffe, che interessano più di 800 prodotti per un valore di 34 miliardi di dollari nel commercio annuale, entreranno in vigore il 6 luglio.

    Se la Cina dovesse vendicarsi, come ha già annunciato, Trump ha avvertito che gli Stati Uniti imporranno ancora più dazi.

    Trump ha affermato che i dazi sono “indispensabili per impedire ulteriori trasferimenti sleali di tecnologia e proprietà intellettuale americane in Cina, proteggendo i posti di lavoro americani”.

    Le linee di prodotti cinesi che sono state colpite vanno dai pneumatici degli aerei alle turbine fino alle lavastoviglie commerciali.

    Dopo l’annuncio del presidente statunitense, i mercati azionari europei e degli Stati Uniti hanno subito forti cali, preoccupati di una possibile guerra commerciale.

    La Cina ha detto che ha intenzione di introdurre immediatamente misure della “stessa scala e della stessa forza” di quelle annunciate da Trump.

    “Se gli Stati Uniti adottano misure unilaterali e protezionistiche che danneggiano gli interessi cinesi, risponderemo immediatamente prendendo le decisioni necessarie per salvaguardare i nostri legittimi diritti e interessi”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang.

    Shuang ha aggiunto che, se Washington imporrà le sanzioni, tutti i negoziati commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti verrebbero annullati.

    Gli Stati Uniti vogliono che la Cina interrompa le pratiche che dal suo punto di vista incoraggiano il trasferimento della proprietà intellettuale a società cinesi, come ad esempio l’obbligo per le imprese straniere di condividere la proprietà con i partner locali per accedere al mercato cinese.

    Tuttavia, molti economisti e imprese negli Stati Uniti sostengono che le tariffe potrebbero danneggiare alcuni dei settori che l’amministrazione sta cercando di proteggere, che in alcuni ambiti dipendono dalla Cina.

    Gli economisti stimano che i dazi danneggeranno il PIL di poco meno di mezzo punto percentuale. Ma, affermano molti esperti, le misure potrebbero anche portare a prezzi più alti di alcuni prodotti e perdite di posti di lavoro in alcuni settori.

    La Motor and Equipment Manufacturers Association, che rappresenta i produttori di ricambi per auto, ha definito i dazi come “tasse che danneggiano le società statunitensi, mettono a rischio i posti di lavoro e hanno un impatto negativo sui consumatori”.

    Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha avvertito che è difficile prevedere come le misure influenzeranno la fiducia delle imprese e dei consumatori.

    Christine Lagarde, direttrice del FMI, ha dichiarato giovedì che una guerra commerciale porterebbe a “sconfitti da entrambe le parti” e potrebbe avere un impatto “serio”.

    Secondo la Casa Bianca le misure non dovrebbero arrecare danno ai consumatori, sottolineando che prodotti come i televisori, che erano inclusi nella bozza della lista dei prodotti tassati, sono stati esclusi nel testo definitivo.

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