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    Trump: ” A rischio incontro con Kim Jong-un a Singapore del 12 giugno”

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un. Credit: AFP PHOTO / MANDEL NGAN AND ED JONES

    Lo ha annunciato il presidente americano su Twitter: la città-stato del sud-est asiatico è stata preferita per la sua neutralità

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 22 Mag. 2018 alle 19:32 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:06

    “Il vertice con Kim Jong-un potrebbe non esserci il 12 giugno. Ci stiamo muovendo, vedremo cosa succederà”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un incontro alla Casa Bianca con il presidente sudcoreano Moon Jae-in.

    Se Kim Jong-Un accetta la denuclearizzazione “sarà estremamente soddisfatto”, ha aggiunto il presidente. “Ora vediamo due Coree, chissà che in futuro non torneranno ad essere una sola”, ha proseguito Trump.

    Lo storico incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, si dovrebbe tenere a Singapore il 12 giugno, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi.

    Lo aveva annunciato lo stesso Trump con un tweet, pubblicato giovedì 10 maggio.

    “L’attesissimo incontro tra Kim Jong-un e me si svolgerà a Singapore il 12 giugno. Proveremo entrambi a renderlo un momento speciale per la pace nel mondo”, ha scritto il presidente americano.

    La città-stato del sud-est asiatico è stata preferita dai funzionari degli Stati Uniti in considerazione della sua neutralità rispetto a località più vicine a Pyongyang.

    Nei giorni precedenti era stata la Corea del Nord a prospettare il rischio che l’incontro salti.

    Pyongyang non è interessata ai colloqui se questi “serviranno solo a metterci all’angolo e costringerci ad abbandonare le armi nucleari”, aveva dichiarato il vice ministro degli Esteri nordcoreano, Kim Kye-gwan, in una nota diffusa dall’agenzia di stampa statale Kcna.

    “Sarà inevitabile riconsiderare se rispondere all’imminente summit con gli Stati Uniti”, aveva aggiunto il vice ministro.

    Dopo la pace siglata tra Kim e il leader sudcoreano Moon Jae-in, Pyongyang in precedenza aveva avvertito Wahsington di non interpretare erroneamente le aperture al dialogo come un segno di debolezza del regime.

    “Gli Stati Uniti stanno deliberatamente provocando nel momento in cui la situazione nella penisola coreana si sta spostando verso la pace e la riconciliazione”, aveva detto un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano.

    Il portavoce aveva fatto riferimento ad alcune manovre militari americane nella regione. “Questo atto non può essere interpretato se non come un pericoloso tentativo di rovinare l’atmosfera del dialogo e riportare la situazione al punto di partenza”, ha affermato.

    Dal canto suo, anche Trump aveva avvertito che se l’incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un non sarà positivo abbandonerà il confronto.

    Il presidente americano aveva proposto di tenere l’incontro nella Peace House di Panmunjom, sul confine demilitarizzato tra Corea del Nord e Corea del Sud: lo stesso luogo dove si è tenuto il faccia a faccia tra Kim e Moon.

    “Numerosi paesi sono stati presi in considerazione per l’incontro, ma la Peace House, al confine tra Nord e Sud Corea, potrebbe essere un sito più rappresentativo, importante e duraturo rispetto a un paese terzo? Solo per chiedere!”, ha scritto Trump.

    “Sarà un incontro molto importante, la denuclearizzazione della penisola coreana, ma vedremo come andrà”, aveva detto il tycoon durante una manifestazione tenutasi a Washington, nel Michigan sabato 28 aprile.

    Il miglioramento delle relazioni tra Corea del Nord e Corea del Sud favorisce un clima disteso nel previsto incontro tra Kim Jong-un e Donald Trump.

    I rapporti tra Pyongyang e Washington si stanno facendo più rilassati, ma il presidente americano ha avvertito che se il vertice non si rivelerà fruttuoso abbandonerà il tavolo.

    Il vertice tra il leader nordcoreano e il suo omologo statunitense è stato anticipato da una missione segreta a Pyongyang del segretario di stato Usa, Mike Pompeo, avvenuta nel weekend di Pasqua ma resa nota solo tre settimane più tardi.

    Quello tra Pompeo e Kim è stato il contatto di massimo livello tra i due paesi dal 2000, quando l’allora segretario di stato Madeleine Albright aveva incontrato Kim Jong-il, il defunto padre dell’attuale leader, per discutere di questioni strategiche.

    Trump e Kim Jong-un non si sono mai visti né hanno mai parlato telefonicamente.

    È stato il leader nordcoreano, lo scorso marzo, a invitare il presidente americano a Pyongyang. Trump ha fatto sapere di essere disponibile.

    Il vertice è volto alla distensione dei rapporti diplomatici e alla risoluzione della crisi nucleare nordcoreana.

    Negli ultimi mesi del 2017 la tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti è salita vertiginosamente, fino ad arrivare a minacce da entrambe le parti di attaccare il territorio nemico, anche mettendo mano all’arsenale nucleare a disposizione dei due paesi.

    Il presidente Trump ha confermato formalmente che prenderà parte al vertice con Kim, aggiungendo però che le sanzioni imposte alla Corea del Nord rimarranno in vigore fino al completamento del processo di denuclearizzazione.

    Un ruolo chiave nella distensione tra i due paesi lo sta giocando la Corea del Sud.

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