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    Trump reinserisce la Corea del Nord nella lista dei paesi “sponsor del terrorismo”

    Il presidente statunitense Donald Trump. Credit: Saul Loeb

    Dopo nove anni, Pyongyang torna tra i paesi che per gli Stati Uniti sostengono il terrorismo, insieme a Iran, Sudan e Siria

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 21 Nov. 2017 alle 08:35 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:31

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato lunedì 20 novembre di aver reinserito la Corea del Nord tra gli “sponsor del terrorismo”, nove anni dopo la rimozione di Pyongyang dalla lista. In una riunione del suo gabinetto, Trump ha detto inoltre che la decisione attiverà nuove sanzioni contro il paese asiatico, che saranno annunciate martedì 21 novembre.

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    Il segretario di Stato Rex Tillerson ha successivamente ammesso che gli effetti pratici saranno limitati, secondo quanto riportato dalla Bbc.

    Il presidente accusa la Corea del Nord di aver messo in atto un programma nucleare paragonabile a un “atto internazionale di terrorismo”. Annunciando la sua scelta, Trump ha detto che “la decisione avrebbe dovuto essere presa molto tempo fa”.

    Martedì 21 novembre la Corea del Sud e il Giappone, alleati degli Usa in Asia, hanno detto di aver accolto con favore la scelta di Trump, dicendo che aumenterà la pressione su Pyongyang per la denuclearizzazione della penisola nordcoreana.

    Nella lista dei paesi sponsor del terrorismo, gli Stati Uniti indicano anche Iran, Sudan e Siria.

    La Corea del Nord era stata rimossa dall’elenco nel 2008 dall’ex capo della Casa Bianca George W. Bush nell’ambito della negoziazione sul nucleare.

    Secondo alcuni esperti, la Corea del Nord non ha le caratteristiche necessarie per essere inserita in questa lista, perché deve sussistere una prova che il paese abbia “fornito ripetutamente supporto per atti di terrorismo internazionale”.

    Nello spiegare le motivazioni della decisione, Trump ha ricordato anche Otto Warmbier, lo studente dell’Ohio morto a giugno scorso poco dopo il rientro in coma dalla Corea del Nord, dove è stato detenuto per oltre un anno.

    Leggi anche: L’allarme dell’Onu: “Donne discriminate e vittime di abusi in Corea del Nord”

     

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