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    Un giudice ha ordinato all’amministrazione Trump di restituire subito i bambini separati ai loro genitori

    Una bambina regge un cartello durante una manifestazione contro la politica migratoria di Trump. CrediT: Scott Olson/Getty Images/AFP

    Dana Sabraw, della Corte distrettuale di San Diego, ha emesso un'ingiunzione in cui dispone che i bambini vengano restituiti alle famiglie entro 30 giorni ed entro 14 giorni per i bambini di età inferiore ai 5 anni

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 27 Giu. 2018 alle 10:21 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:01

    Un giudice federale della California ha ordinato al governo degli Stati Uniti di riunire le famiglie di migranti separate al confine con il Messico nell’ambito della politica di tolleranza zero del presidente Donald Trump.

    Nella serata di martedì 26 giugno 2018 Dana Sabraw, giudice della Corte distrettuale di San Diego, ha emesso un’ingiunzione in cui dispone che i bambini vengano restituiti ai genitori entro 30 giorni e che il termine sia dimezzato a 14 giorni per i bambini di età inferiore ai 5 anni.

    Il verdetto è stato emesso in risposta alla denuncia della ong American Civil Liberties Union sul caso di una bambina di 7 anni separata dalla madre congolese e di un adolescente di 14 anni separato dalla madre brasiliana.

    Il giudice ha esteso l’ingiunzione a tutte le famiglie di migranti che sono state separate, a meno che il genitore non sia ritenuto inadatto.

    Sabraw ha criticato l’amministrazione Trump per quella che ha definito “una circostanza caotica del governo stesso” e ha sottolineato che quella delle famiglie divise al confine è una “realtà sorprendente”.

    “Il governo tiene prontamente traccia delle proprietà personali dei detenuti in procedimenti penali e di immigrazione”, ha scritto il giudice nel suo provvedimento di 24 pagine.

    “Denaro, documenti importanti e automobili, solo per citarne alcuni, vengono sistematicamente catalogati, archiviati, custoditi e restituiti in occasione del rilascio di un detenuto, a tutti i livelli. Tuttavia, il governo non ha alcun sistema per registrare, assicurare comunicazioni efficaci e restituire prontamente bambini stranieri”, si legge nel documento.

    “La sfortunata realtà è che sotto il sistema attuale i bambini migranti non vengono considerati con la stessa efficienza e accuratezza delle proprietà. Certamente, questo non può soddisfare i requisiti del giusto processo”, ha sottolineato Sabraw.

    Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non ha voluto commentare la decisione del giudice.

    Nelle ultime settimane circa 2.300 bambini sono stati separati dai loro genitori migranti al confine con il Messico.

    In base alla politica di tolleranza zero sostenuta dal presidente Trump in tema immigrazione, ogni migrante che attraversa il confine in modo illegale, anche coloro che hanno intenzione di chiedere asilo negli Stati Uniti, deve essere sottoposto a procedimento penale.

    La separazione delle famiglie ne è stata una diretta conseguenza.

    Il modus operandi delle autorità statunitensi è stato condannato da più parti. Qui un audio originale ottenuto dall’agenzia di notizie no profit ProPublica in cui si sentono i singhiozzi di 10 bambini separati dai loro genitori dalle autorità al confine.

    Il 20 giugno lo stesso Trump ha deciso di emanare un decreto per fermare le separazioni.

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