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    Le tre tipologie di amici che tutti abbiamo

    William Rawlins, professore di comunicazione dell’Università dell’Ohio, ha teorizzato che esistono tre categorie di amici: attivi, quiescenti e commemorativi

    Di TPI
    Pubblicato il 9 Giu. 2017 alle 13:36 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:58

    Un professore di comunicazione interpersonale dell’Università dell’Ohio, William Rawlins, ha studiato per anni il concetto di amicizia e i diversi modi in cui questa si manifesta e si mantiene nel tempo, giungendo alla conclusione che siano tre i tipi di amici che più o meno tutti abbiamo nella vita.

    Le amicizie rientrano in tre categorie: attive, quiescenti e commemorative.

    • Un’amicizia è attiva quando si è in contatto in modo continuativo, se è facile che si chiami la persona in questione per avere un supporto emotivo e se si è al corrente di quello che sta succedendo nella sua vita.

    • Un’amicizia quiescente è il rapporto con una persona che probabilmente si considera importante, ma con la quale può capitare di non sentirsi per un lungo periodo, anche se in caso ci si incontri il piacere di stare insieme è sempre forte.

    • Un amico commemorativo è qualcuno che non ci si aspetta di sentire o vedere, in alcuni casi per tutta la vita, ma che in passato è stato importante. Per questo motivo è rimasto affettivamente presente anche senza contatti reali.

    Negli ultimi anni, quest’ultima categoria ha avuto un certo incremento come presenza nella vita delle persone grazie ai social network, che mantengono questi amici presenti nella nostra vita anche quando non li si vede da anni.

    Avere contatti solo tramite Facebook, per esempio, vuol dire non condividere davvero esperienze, ma semplicemente tenere d’occhio di quando in quando le vite degli altri. I rapporti si trasformano, basandosi sulla “narrazione” di una vita più che sul viverla insieme.

    Crescere significa spesso far sì che molti amici passino dalla prima categoria alle seconde due, quando gli impegni lavorativi e sentimentali fanno sì che le altre relazioni sociali diminuiscano, e che ci si senta meno obbligati ad avere rapporti quotidiani con gli amici.

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