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    Thailandia, la meditazione buddista insegnata dall’allenatore ha mantenuto i ragazzi calmi nella grotta

    Thai Navy Seals

    Ecco come un metodo di 2.600 anni fa ha permesso al gruppo intrappolato di rimanere tranquillo nonostante la situazione di grande pericolo

    Di Diego Barbera
    Pubblicato il 10 Lug. 2018 alle 13:58 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:26

    Uno dei particolari che è rimasto più impresso quando i soccorritori hanno diffuso foto e video dai giovani intrappolati in una grotta in Thailandia è la loro apparente calma.

    Nonostante la situazione drammatica e la corsa contro il tempo per riportare in superficie, i giovani (tutti quanti estratti vivi dalla grotta dopo oltre due settimane) sembravano tranquilli e non terrorizzati come ci si sarebbe aspettato.

    Il merito è della meditazione buddista, insegnata ai ragazzi proprio da Ekapol Chanthawong, l’allenatore della squadra di calcio giovanile bloccata dallo scorso 23 giugno nel complesso sotterraneo di Tham Luang.

    I primi soccorritori che hanno raggiunto il luogo in cui i ragazzi si erano rifugiati con l’allenatore avevano infatti trovato il gruppo a meditare. Ekapol ha vissuto per un decennio nel monastero di Mae Sai in Thailandia sin dall’età di 12 anni, dopo aver perso entrambi i genitori.

    In seguito, si era trasferito presso una delle due nonne per accudirla in quanto ammalata. Raggiunta la maggiore età, aveva iniziato la carriera di allenatore di calcio.

    Come raccontato da una delle zie, il 25enne può meditare fino a un’ora e questo lo ha sicuramente aiutato in questa situazione drammatica e ha permesso anche ai ragazzi di mantenere i nervi saldi.

    L’antico metodo nato oltre 2600 anni fa ha permesso al gruppo di preservare le preziose energie psico-fisiche e non perdere la testa all’interno dell’angusto e poco ossigenato spazio sotterraneo.

    D’altra parte, la tecnica di meditazione è nata proprio per raggiungere la pace e la lucidità della mente fino alla liberazione dalla sofferenza.

    Alcune recenti ricerche, come quella pubblicata dalla Agency for Healthcare Research and Quality, ha sottolineato come possa conferire benefici paragonabili a quelli ottenuti dai farmaci contro la depressione e l’ansia, ma senza effetti collaterali.

    E non c’è dubbio che la meditazione sia stata fondamentale per il gruppo che si è trovato in una situazione davvero estrema. Che purtroppo è già costata la vita a uno dei soccorritori.

    L’allenatore Ekapol Chanthawong è stayp proprio l’ultimo a uscire dalla grotta nella giornata, dopo gli ultimi quattro giovani calciatori (tutte le loro storie qui).

    A tutti gli effetti il 25enne è, suo malgrado, responsabile di questa situazione e nei giorni scorsi ha scritto una lettera chiedendo scusa ai genitori per le proprie colpe.

    Ai genitori di tutti i ragazzini: in questo momento tutti stanno bene – si legge nel messaggio consegnato ai soccorritori lo scorso sabato – i soccorritori si stanno prendendo cura di loro e prometto che farò del mio meglio per aiutarli. Ringrazio tutti per il supporto e chiedo scusa“.

    I genitori hanno risposto perdonando l’allenatore e chiedendogli di non sentirsi in colpa. Le operazioni che dovrebbero mettere fine alla vicenda sono riprese questa mattina poco dopo le ore 5 italiane e servirà almeno un’altra settimana di ricovero prima che i ragazzi possano tornare dalle famiglie.

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