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    “Io, gay, costretto a una terapia per ‘guarire’ e diventare etero”: la testimonianza shock dello scrittore americano

    Lo scrittore Garrand Conley
    Di Maria Elena Gottarelli
    Pubblicato il 10 Apr. 2019 alle 09:54 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:25

    “A 19 anni, sono stato costretto a sottopormi a una terapia anti-gay”. Sono le parole scioccanti di Garrand Conley, l’autore americano di Boy erased (in italiano: “ragazzo cancellato”).

    In un’intervista pubblicata dal giornale francese “Le Nouvel Observateur“, lo scrittore Conley racconta la sua esperienza “siderale” all’interno di un centro di conversione per gay chiamato “Love in Action“.

    Sono stati i suoi genitori, che vivono nel piccolo stato dell’Arkansas nel sud degli Stati Uniti, a lanciare al giovane Garrand Conley l’ultimatum: per non essere rinnegato dalla sua famiglia e dalla sua chiesa (una congregazione ultra-conservatrice), Conley è obbligato a sottoporsi a una “terapia di conversione” che lo renderà “normale” (vale a dire eterosessuale).

    La terapia “Love in Action”: un lavaggio del cervello

    Cosa accade in luoghi come “Love in Action“? A giudicare dalla testimonianza di Garrard Conley, dei veri e propri lavaggi del cervello. “L’omosessualità viene paragonata a un peccato, allo stesso titolo della pedofilia, della zoofilia o dell’infedeltà”, racconta l’autore.

    “Ci facevano fare un ‘inventario morale’, cioè mettere per iscritto i nostri errori”. Nel centro viene poi spiegato come vestirsi, come pensare e persino che lavoro fare. L’autore spiega che i costi della terapia sono alti e che per pagarsela alcuni “pazienti” utilizzavano tutto il loro stipendio.

    “Però non tutti i lavori erano approvati. Per esempio, se lavoravi in un ristorante, quello non doveva essere troppo vicino a un centro commerciale, per evitare incontri ravvicinati con degli uomini”.

    Anni dopo, ormai uscito dalla terapia, Garrand Conley decide di ritornare su quell’esperienza, ma stavolta per raccontarla e denunciarla.

    “È difficile ricostruire lo stato d’animo nel quale mi trovavo. Sono cresciuto in una chiesa, circondata da persone che si consideravano come il popolo di Dio. Tutta la vita, mi hanno ripetuto le stesse cose. È il principio del lavaggio del cervello. O come in una setta: ti si dice che la situazione orribile in cui ti trovi è migliore di quella di tutti gli altri, che loro bruceranno all’inferno. La paura dell’inferno è un motore molto potente”, conclude l’autore.

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