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    Svezia, sfiduciato il governo per la prima volta. Scontro sulla legge per liberalizzare gli affitti

    Il primo ministro della Svezia Stefan Löfven durante una conferenza stampa dopo aver perso il voto di fiducia il 21 giugno 2021. Credit: EPA/ANDERS WIKLUND SWEDEN OUT
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 21 Giu. 2021 alle 18:38 Aggiornato il 21 Giu. 2021 alle 18:49

    Svezia, sfiduciato il governo per la prima volta. Scontro sulla legge per liberalizzare gli affitti

    Il primo ministro della Svezia è stato sfiduciato dal parlamento per la prima volta nella storia del paese, dopo uno scontro su una proposta per liberalizzare gli affitti. Il socialdemocratico Stefan Löfven, alla guida del governo dal 2014 con il sostegno di coalizioni di minoranza, adesso ha una settimana di tempo per dimettersi o convocare le prime elezioni anticipate dal 1958.

    La mozione di sfiducia, approvata con 181 voti favorevoli rispetto ai 175 necessari, è stata presentata dal partito di destra dei Democratici Svedesi dopo che la scorsa settimana il Partito della Sinistra ha annunciato che avrebbe ritirato il proprio appoggio esterno al governo. A causare la crisi  è stata la proposta di allentare i limiti agli affitti che i proprietari possono chiedere per abitazioni di nuova costruzione, appoggiata da altri due piccoli partiti di centro-destra che non facevano formalmente parte della coalizione.

    “Non è il Partito della Sinistra che ha abbandonato il governo socialdemocratico, è il governo socialdemocratico ad aver abbandonato il Partito della Sinistra e il popolo svedese”, ha detto Nooshi Dadgostar, leader del Partito della Sinistra, che il 15 giugno aveva dato un ultimatum al governo prima di ritirare il sostegno esterno dei suoi 27 parlamentari.

    Löfven ora può scegliere di dimettersi insieme al suo governo, lasciando al presidente del parlamento il compito di trovare una nuova maggioranza, o può indire elezioni anticipate entro una settimana. In entrambi i casi, il nuovo governo rimarrebbe in carica solo fino a settembre del 2022, quando dovranno comunque tenersi le elezioni parlamentari previste per la fine della legislatura. Il 63enne ex sindacalista, noto per le sue capacità di negoziazione, potrebbe anche trovare un accordo per rimanere in carica come primo ministro dimissionario, evitando di portare i socialdemocratici al voto in un momento sfavorevole.

    Già nel 2014, tre mesi dopo le elezioni che lo avevano portato per la prima volta alla guida dell’esecutivo, Löfven  aveva annunciato che avrebbe indetto elezioni anticipate, per poi fare marcia indietro grazie a un nuovo accordo per mantenere al governo una coalizione di minoranza. Dopo le elezioni di settembre 2018 Löfven aveva anche perso il voto di fiducia tenuto, rimanendo però in carica fino al gennaio successivo quando è stato rieletto dal parlamento alla guida di un altro governo di minoranza.

    Un governo storicamente debole che “non sarebbe mai dovuto andare al potere”, ha dichiarato oggi in parlamento da Jimmie Åkesson, leader del partito di destra dei Democratici Svedesi che hanno presentato la mozione di sfiducia. La mozione è stata votata da tutti e 349 i parlamentari, con 109 contrari e 51 astenuti.

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