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    Il sultano del Brunei bandisce il Natale

    Secondo le autorità del paese, le celebrazioni natalizie potrebbero corrompere la fede islamica

    Di TPI
    Pubblicato il 23 Dic. 2015 alle 11:56 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:01

    Nel sultanato del Brunei, un piccolo paese situato nella parte settentrionale dell’Isola del Borneo, è stato bandito il Natale.

    Qualunque tipo di celebrazione pubblica – che può andare dall’esposizione di decorazioni, ai canti natalizi, al semplice indossare un indumento che rimandi a Babbo Natale – è punibile con la reclusione fino a cinque anni e con una multa di 20mila dollari.

    Il sultano Hassanal Bolkiah aveva annunciato le nuove misure riguardo al Natale e a qualunque altra festività religiosa non musulmana nel 2014, chiarendo come avesse ritenuto necessario legiferare a riguardo perché la fede islamica non venisse corrotta. Inoltre, secondo alcune interpretazioni dell’Islam, l’imitazione di un’altra fede sarebbe proibita.

    I cittadini cristiani residenti in Brunei rimangono liberi di festeggiare, a patto che lo facciano in privato, in assenza di musulmani, e che avvertano le autorità.

    Lo scorso dicembre alcuni funzionari del ministero degli Affari religiosi erano stati inviati a monitorare i negozi e le aziende locali, perché il governo potesse assicurarsi che non fossero esposti alberi di Natale o striscioni con gli auguri di buone feste.

    Alcuni cittadini avevano risposto alle imposizioni delle nuove misure pubblicando su Twitter le proprie decorazioni accompagnate dall’hashtag My Treedom, un gioco di parole tra freedom, libertà, e tree, albero. 

    (Un tweet della giornalista Lisa Daftari, che ha lanciato l’hashtag My Treedom fuori dai confini del Brunei)

    Le reazioni non erano arrivate solo da parte cristiana: “Se hai una fede forte, niente al mondo la può corrompere… Così sembra quasi che nel momento in cui si vede un albero di Natale o una decorazione, non si possa fare a meno di correre immediatamente a convertirsi al cristianesimo. È stupido”.

    Sempre nel 2014 il sultano è stato internazionalmente contestato per aver introdotto nel paese la legge della Sharia, che oltre a imporre nuove limitazioni alle libertà dei cittadini, prevede punizioni che includono amputazione, fustigazione e lapidazione.  

    Nel 2015 anche la Somalia ha deciso di seguire l’esempio del Brunei e bandire il festeggiamento del Natale perché contrario alla fede musulmana.

    Il vicepresidente del consiglio religioso supremo della Somalia Sheikh Nur Barud Gurhan ha avvertito pubblicamente i cittadini somali che la celebrazione di una religione diversa dall’Islam potrebbe addirittura provocare nuovi attacchi da parte del gruppo islamista Al Shabaab.

    Il gruppo estremista, proprio due giorni prima dell’annuncio della cancellazione del Natale da parte delle autorità, il 21 dicembre, aveva assalito un autobus in Kenya, vicino al confine somalo, con l’intenzione di uccidere i cristiani che si trovavano a bordo.

    Secondo i testimoni, però, i passeggeri musulmani si sarebbero rifiutati di dividersi in due gruppi in base alla fede religiosa, come chiedevano gli estremisti, proteggendo così i compagni di viaggio cristiani.

    — Leggi anche: I passeggeri musulmani di un bus proteggono i cristiani durante un attacco islamista
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