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    Stop all’esportazione di bombe verso l’Arabia Saudita: l’annuncio ufficiale dell’azienda produttrice di armi RWM

    Le armi erano destinate al conflitto in Yemen in cui molti civili sono morti a causa dei bombardamenti sauditi

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 31 Lug. 2019 alle 00:30 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:22

    Stop all’export di bombe verso l’Arabia Saudita: l’annuncio dell’azienda RWM ai lavoratori

    È ufficiale lo stop all’esportazione di bombe dall’Italia verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Ad annunciare la sospensione per almeno 18 mesi delle armi destinate al conflitto in Yemen è la stessa azienda produttrice RWM, con sede a Domusnovas, in provincia di Cagliari. Il direttore generale della società Fabio Sgarzi il 30 luglio ha inviato a tutti i suoi dipendenti un comunicato in cui dichiara che “il 29 luglio, sono stati ricevuti i provvedimenti di sospensione di tutte le licenze in essere relative all’esportazione di bombe d’aereo e loro componenti verso l’Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti”.

    Lo stop non è dovuto “né a scelte aziendali, né causato dall’andamento del mercato, è espressione della volontà politica del Parlamento e del Governo e va serenamente accettata, nel rispetto delle Leggi dello Stato che ha sempre guidato l’operato dell’Azienda”, aggiunge.

    Il 26 giugno, infatti, la Camera dei Deputati ha approvato una mozione per il blocco dell’esportazione e del transito di bombe d’aereo e missili verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. La mozione stando all’annuncio della società RWM ha avuto esito positivo.

    La comunicazione dell’azienda ai dipendenti

    Segue la comunicazione diretta ai lavoratori: “Inizia oggi un periodo sicuramente non semplice. Un periodo che richiederà la massima collaborazione di tutti nel segno della razionalizzazione, dell’efficienza e della tempestività, perché l’Azienda prosegua nella realizzazione degli investimenti strategici, mantenga la propria posizione di mercato e si faccia trovare pronta alla ripresa al termine del periodo di sospensione”.

    Da questa dichiarazione sembra emergere che la società spera di poter riprendere la produzione una volta finito il periodo di sospensione.

    I dipendenti rischiano il posto di lavoro, per questo Sgarzi precisa: “Mi adopererò al meglio, insieme ai miei collaboratori e alla RSU (Rappresentanza sindacale unitaria), per dare continuità lavorativa al maggior numero possibile di lavoratori degli Stabilimenti di Ghedi e Domusnovas, durante questo periodo di transizione che speriamo duri il meno possibile”.

    Il documento del 30 luglio con cui l’azienda RWM annuncia ai lavoratori lo stop delle licenze per la fornitura di armi

    L’annuncio era stato anticipato da un video pubblicato su Facebook da Luigi di Maio il 12 luglio, in cui però rimanevano poco chiare le basi documentali delle sue dichiarazioni. A questo punto è possibile affermare che l’anticipazione era veritiera: RWM non potrà più esportare le sue bombe. Si parla di “licenze in essere”: lo stop sembrerebbe dunque riferirsi alle licenze presenti e passate ancora attive.

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    Le dichiarazioni del comitato di riconversione RWM

    Arnaldo Scarpa, promotore del Comitato di riconversione RWM, annuncia con un post su Facebook la sua soddisfazione: “Plauso al governo (una volta tanto ci sta) per aver riportato l’Italia nella legalità riguardo all’esportazione di bombe verso i paesi in guerra”.

    Una nota amara accompagna però il suo messaggio: “La decisione arriva senza che sia stata preparata un’alternativa per i lavoratori. In ogni caso, con l’uscita dell’italia dal cerchio dei paesi coinvolti nella guerra in Yemen, si favorisce la fine della guerra. La decisione del governo mette in evidenza il fatto che l’industria bellica è soggetta a repentini cambi di programma e restrizioni. La produzione di armi non può garantire la stabilità economica di un territorio come il nostro”.

    L’azienda tedesca a cui fa capo la fabbrica RWM e l’irregolarità dell’export verso l’Arabia Saudita

    L’azienda RWM è partecipata al 100% dal colosso tedesco degli armamenti Rheinmetall. Come la sua filiale italiana l’azienda tedesca ha sempre sostenuto la perfetta legalità delle proprie esportazioni. In un’inchiesta video pubblicata da TPI sono riportate alcune dichiarazioni del presidente di Rheinmetall Armin Papperger, secondo cui la società tedesca non avrebbe alcuna responsabilità su come i propri clienti utilizzano i materiali prodotti.

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    Anche in Italia esiste una legge (la 185 del ’90) che regolamenta le esportazioni di armi. La norma dice chiaramente che non si possono esportare armi né verso paesi in stato di conflitto né verso paesi che violano i diritti umani. In base alla legge italiana l’esportazione verso l’Arabia Saudita risulta molto problematica. In Yemen dal 2015 i sauditi sono impegnati in un conflitto a colpi di bombardamenti contro i ribelli zaiditi sciiti Houthi e nel corso della guerra hanno più volte violato i diritti umani attaccando con le loro bombe i civili inermi.

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