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    La sterlina è la valuta che sta andando peggio al mondo (anche più del peso argentino)

    Il pound britannico, in seguito alla Brexit, è crollato del 14 per cento, contro l'11,7 per cento del peso argentino. Il grafico di TPI:

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Lug. 2016 alle 12:38 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:11

    In seguito al voto sulla Brexit dello scorso 23 giugno e alla vittoria del leave, una grande incertezza economica e politica si è scatenata nel Regno Unito. La paura della recessione, manifestatasi in una ridotta fiducia dei consumatori, ha influenzato negativamente il mercato della sterlina, che oggi viene scambiata sui mercati ai prezzi più bassi dal 1985, per un valore di 1,32 dollari (aggiornato al 18 luglio). 

    Dall’inizio dell’anno, il pound britannico è crollato del 12 per cento contro il dollaro americano, segnando la peggiore performance fra le valute mondiali nel 2016. Nessun’altra ha perso così tanto: il peso argentino, nonostante l’economia del paese sia afflitta da un’altissima inflazione annuale, intorno al 40 per cento in maggio, e da una crescita del solo 0,5 per cento nel primo trimestre rispetto al 2015, si è limitata ad un meno 11,7 per cento.

    In seguito all’ufficialità della Brexit, la sterlina ha perso il 14 per cento e secondo gli analisti, la caduta libera continuerà fino alla soglia degli 1,29 dollari americani. La banca d’investimento Societe Generale, è ancora più pessimista e mantiene un target nel medio termine di 1,23 dollari.

    Il magnate George Soros prima del referendum aveva predetto che, in caso di vittoria del leave, la valuta britannica sarebbe arrivata a 1,15. Questa è una buona notizia per i turisti nel Regno Unito, il cui potere d’acquisto aumenta con una sterlina debole, ma non per i britannici, per i quali comprare all’estero è molto più costoso.

    La sterlina e il peso argentino sono seguiti, nella classifica delle peggiori valute dell’anno, dal peso messicano, che ha fatto registrare una perdita del 7 per cento contro il dollaro, dal rand sudafricano, sceso del 5,7 per cento e dallo yuan cinese, che con un meno 2,9 per cento ha, nei primi mesi del 2016, segnato il suo trimestre più debole.

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