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    Gli Stati Uniti interrompono l’addestramento dei ribelli siriani

    La fine del programma di addestramento da 500 milioni di dollari non significa che i rapporti tra i ribelli siriani e gli Usa cesseranno

    Di TPI
    Pubblicato il 9 Ott. 2015 alle 19:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:28

    Gli Stati Uniti sospenderanno il programma di addestramento dei ribelli siriani, secondo quanto dichiarato dal segretario della Difesa statunitense Ashton Carter dopo un incontro con il suo omologo a Londra.

    Il Pentagono ha precisato che la fine del programma di addestramento da 500 milioni di dollari non significa che i rapporti tra i ribelli siriani anti-Assad e gli Stati Uniti cesseranno del tutto.

    La decisione è avvenuta dopo una lunga riflessione e presa d’atto sui fallimenti del programma, che non è riuscito a formare e armare adeguatamente le forze dell’opposizione, che avrebbero dovuto combattere i militanti dell’Isis.

    “Non siamo soddisfatti con i risultati dei nostri sforzi e abbiamo deciso di cercare nuovi modi per poter ottenere gli stessi obiettivi strategici, come ad esempio aiutare le forze motivate e capaci che si trovano sul terreno a riprendere il territorio controllato dallo Stato islamico,” ha detto Carter.

    Gli Stati Uniti continueranno ad armare alcuni leader delle tribù sunnite della regione per i combattimenti terreni, venendo in loro aiuto con raid aerei quando necessario. L’idea è quella di creare una coalizione arabo-siriana che si possa unire alle forze curde che già combattono contro gli estremisti dell’Isis in Siria.

    I leader dei gruppi di opposizione verranno riforniti con armi, munizioni e attrezzature di comunicazione.

    Il cambio di strategia avviene in un periodo di estrema tensione in Siria dove, parallelamente alla guerra contro lo Stato islamico, è in corso una guerra civile cominciata nel marzo del 2011 che vede contrapposti le forze fedeli al presidente Bashar al-Assad e i ribelli. Il conflitto finora ha causato la morte di circa 250mila persone e ha costretto oltre 11 milioni di civili in fuga.

    In questi giorni gli Stati Uniti hanno accusato il governo russo, alleato di Assad, di aver condotto raid aerei contro gli oppositori del presidente siriano. Al contrario, Mosca dichiara di aver colpito solamente obiettivi dell’Isis.

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