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    Stati Uniti, 18enne apre il fuoco in una scuola elementare: uccise 21 persone, tra cui 19 bambini

    Credit: Jintak Han/ZUMA Press Wire
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 25 Mag. 2022 alle 09:53 Aggiornato il 25 Mag. 2022 alle 16:52

    Stati Uniti, 18enne apre il fuoco in una scuola elementare: uccise 21 persone, tra cui 19 bambini

    Quasi dieci anni dopo, una nuova Sandy Hook scuote gli Stati Uniti. Questa volta la scuola elementare in cui è avvenuta una nuova, insensata strage, si trova a Uvalde, Texas, dove ieri un 18enne è entrato nella Robb Elementary School armato di fucile e pistola semiautomatica e ha aperto il fuoco. Il bilancio, aumentato costantemente nelle ultime ore, è arrivato a 22 vittime: 19 bambini e due adulti, oltre all’autore della strage.

    “Perché vogliamo rassegnarci ai massacri? Perché continuiamo a lasciare che questo succeda?” È la domanda, senza risposta, che Joe Biden ha rivolto in un discorso alla nazione, dopo aver ordinato che le bandiere di tutti gli edifici pubblici sventolino a mezz’asta fino a venerdì. “Come nazione dobbiamo chiederci, in nome di Dio, quando ci opporremo alla lobby delle armi”, ha chiesto Biden, che chiederà al Congresso di intervenire per imporre restrizioni sull’uso delle armi, regolato da leggi estremamente permissive.

    Finora nessun intervento legislativo è riuscito a frenare la lunga scia di sangue iniziata dalla Columbine High School in Colorado, nel 1999, e passata per la scuola elementare Sandy Hook, nel 2012, fino alle stragi più recenti come quella di Parkland, in Florida (2018).

    Come nel caso di Sandy Hook, in cui era stata colpita un’altra scuola elementare, l’autore della strage ha aperto il fuoco ancora prima di mettere piede nell’istituto. In quel caso il ventenne Adam Lanza uccise la madre, prima di andare nella scuola di Newton, dove morirono 26 persone tra cui 20 bambini di 6 e 7 anni, e poi togliersi la vita. Ieri il 18enne Salvador Ramos ha sparato alla nonna, ricoverata in gravi condizioni. L’aggressore ha poi lasciato la scena della strage, schiantandosi con l’auto vicino alla scuola e sarebbe poi stato ucciso da agenti di polizia. Il sospettato aveva acquistato due fucili nel giorno in cui aveva raggiunto la maggiore età. “È stata la prima cosa che ha fatto nel suo 18esimo compleanno”, ha detto il senatore del Texas Roland Gutierrez, rivolgendosi alla stampa dopo aver parlato con la polizia. Secondo il senatore, Ramos aveva parlato sui social di un imminente attacco, intimando ai bambini di “stare attenti”.

    Anche nel 2012 l’allora presidente Barack Obama promise provvedimenti incisivi per porre fine alle sparatorie nelle scuole. Quattro anni dopo, la sua presidenza si concluse senza l’approvazione di alcuna legge federale per limitare la vendita di armi da fuoco, a causa della forte opposizione di membri del partito repubblicano, che hanno spesso indicato come soluzione quella di armare gli insegnanti. Una proposta rilanciata poche ore dopo la strage dallo stesso procuratore generale del Texas.

    All’assenza di risposte si è accompagnato negli ultimi anni un aumento delle sparatorie nelle scuole, arrivate l’anno scorso a 34. Solo quest’anno sono già 27 gli episodi in cui almeno una persona è rimasta ferita all’interno delle mura scolastiche, più del totale registrato nel 2018 e nel 2019, secondo quanto riporta l’emittente Npr. Dall’inizio dell’anno sono più di 200 invece le sparatorie di massa in tutto il paese, considerando gli eventi in cui quattro o più persone sono state colpite o uccise.

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