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    Las Vegas: la peggiore sparatoria della storia recente degli Stati Uniti d’America

    Credit: David Becker/Getty Images/Afp

    Almeno 59 persone sono state uccise. Più di 500 persone sono rimaste ferite, alcune di queste versano in gravi condizioni

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 2 Ott. 2017 alle 08:28 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:35

    Almeno 59 persone sono state uccise e 527 sono rimaste ferite durante una sparatoria avvenuta a Las Vegas, negli Stati Uniti, nel corso di un concerto di musica country, il Route 91 Harvest festival, organizzato sulla Las Vegas Strip, il viale dove si concentrano i più grandi casino della città, nei pressi del Mandalay Bay Casino.

    A riportarlo è stato lo stesso dipartimento di polizia della città di Las Vegas. Tra le vittime ci sono anche due poliziotti che non erano in servizio al momento dell’attacco, mentre altri due agenti sono rimasti feriti gravemente.

    L’autore dell’attacco, definito un “lupo solitario” dalla polizia, è Stephen Paddock, aveva 64 anni, ed era nato il 9 aprile 1953. È morto suicida a poche ore dalla strage. Il killer aveva 23 armi da fuoco nella propria stanza d’albergo, da cui ha sparato sulla folla.

    Stephen Paddock era originario di Mesquite, in Nevada, a 130 chilometri a nord est di Las Vegas. Paddock è stato ritrovato morto dalle forze speciali che sono intervenute sul luogo della sparatoria, l’uomo si è ucciso prima dell’irruzione delle forze dell’ordine.

    Il fratello dell’assalitore, Erick Paddock, ha riferito al quotidiano della Florida Orlando Sentinel di non avere idea di cosa sia successo a suo fratello. “Siamo completamente sconvolti dal massacro”, ha detto Paddock parlando a nome di tutta la famiglia. “Non sappiamo cosa sia successo”. Erick Paddock vive a Orlando, in Florida, dove secondo i media locali, ha vissuto anche il fratello Stephen Paddock, almeno fino al 2015, quando si è trasferito, dopo aver venduto la propria casa attraverso un’agenzia immobiliare.

    Come riporta l’agenzia di stampa Reuters, il sedicente Stato Islamico, attraverso la propria agenzia di stampa ufficiale Amaq, ha rivendicato l’attacco di Las Vegas. “L’attentato è stato portato a termine da un soldato dello Stato Islamico”, si può leggere nel comunicato diffuso da Amaq. “L’attentatore si era convertito all’Islam pochi mesi fa”.

    Due funzionari del governo statunitense hanno però smentito che Stephen Paddock avesse alcun legame con qualsiasi gruppo internazionale. Secondo uno dei due funzionari intervistati dall’agenzia di stampa Reuters, l’uomo responsabile dell’attacco a Las Vegas aveva una storia clinica di problemi psicologici pregressi.

    Anche l’FBI ha reso noto che al momento non ci sarebbero elementi che lascino intendere una connessione tra Paddock e l’Isis.

    Dal 2013 Paddock era proprietario di una casa in un complesso residenziale per over 55 a Mesquite, dove abitava dal giugno del 2016, ma aveva vissuto anche in Texas, California e Florida.

    Secondo diversi media locali, l’uomo soffriva di disturbi psichiatrici, e amava volare. Paddock aveva infatti un brevetto da pilota e c’è chi dice che fosse proprietario di due piccoli aerei. Aveva anche richiesto un licenza di caccia in Alaska.

    La morte di oltre 59 persone fa di questa tragedia la sparatoria più letale della storia degli Stati Uniti, superando quella di Orlando in Florida, avvenuta tra l’11 e il 12 giugno 2016, quando 49 persone furono uccise nella discoteca Pulse da Omar Mateen, un terrorista statunitense ispiratosi agli ideali del sedicente Stato Islamico.

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha definito l’attacco a Las Vegas, un “atto di pura malvagità” e ha annunciato la propria visita nella città del Nevada per mercoledì 5 ottobre. Trump aveva già espresso su Twitter le proprie condoglianze alle vittime. Nel suo discorso, Trump ha chiesto al paese di mostrare unità.

    Cosa è successo

    Poco dopo le 22 di domenica 1 ottobre (intorno alle 8 del mattino di lunedì 2 ottobre ora italiana) le forze di sicurezza di Las Vegas sono intervenute a seguito di diverse segnalazioni da parte di alcuni testimoni che riferivano di una sparatoria in corso tra il Mandalay Bay hotel e l’area concerti dove si stava tenendo un festival di musica country, il Route 91 Harvest.

    Centinaia di persone fuggivano dalla scena, mentre altre erano rimaste ferite o uccise a terra. La polizia è intervenuta sulla scena a pochi minuti dall’inizio della sparatoria e ha ritrovato il corpo dell’assalitore, che si è suicidato prima dell’irruzione delle forze dell’ordine, secondo quanto detto da Joseph Lombardo, sceriffo del dipartimento di polizia della contea di Clark, di cui fa parte Las Vegas.

    La polizia ha in seguito identificato e localizzato la compagna dell’assalitore, il cui nome è Marilou Danley, una donna di origini asiatiche che, secondo le autorità, è alla guida di una Hyunday targata Nevada, lo stato dove si trova Las Vegas. Danley è stata definita come persona “associata” al crimine, ma non è sospettata di aver partecipato all’attacco.

    Gli agenti hanno riferito di aver localizzato anche un’altra automobile collegata alla sparatoria, sempre con targa del Nevada. Lo sceriffo Joseph Lombardo ha comunque detto in conferenza stampa che l’uomo responsabile della sparatoria ha agito da solo.

    Lo sceriffo Lombardo ha detto che i motivi del gesto di Paddock non sono ancora noti. L’uomo non risulta infatti collegato a nessun gruppo politico. L’assalitore è stato ucciso nella stanza di albergo da cui ha sparato, dove sono state trovate almeno dieci armi automatiche.

    Le autorità hanno confermato però che non sono stati usati esplosivi durante l’attacco. Secondo la ricostruzione riferita dallo sceriffo Lombardo, l’assalitore ha aperto il fuoco sulla folla dal 32esimo piano dell’hotel del Mandalay Bay Casino, durante l’esibizione del cantante country statunitense Jason Aldean.

    Il 29esimo piano dell’albergo è stato quindi isolato dalla polizia e l’edificio è stato bloccato. Le forze speciali della polizia sono intervenute e hanno trovato il corpo dell’uomo, che si era già ucciso.

    Dopo aver chiuso la struttura alberghiera per diverse ore, il Mandalay Bay hotel è stato riaperto dalla polizia.

    I casino e in generale gli hotel di Las Vegas prevedono stretti controlli di sicurezza per chiunque voglia accedervi, questo sta portando gli investigatori a chiedersi come abbia fatto l’assalitore a entrare armato nell’edificio.

    Le finestre degli hotel sono di solito sigillate e anche su questo punto si stanno concentrando gli sforzi della polizia per comprendere come sia stato possibile eseguire un attacco simile.

    Al momento la polizia ha bloccato l’intero viale della Las Vegas Strip tra il Mandalay Bay Casino e il Tropicana Casino. Gli agenti hanno evacuato l’area e chiesto ai cittadini di restare lontani dal luogo delle operazioni.

    A seguito delle segnalazioni, sono intervenute sul luogo della tragedia alcune squadre speciali delle forze di sicurezza di Las Vegas, che hanno perquisito diversi casino in tutta la zona alla ricerca di altri possibili sospetti.

    Alcuni utenti hanno pubblicato sui social network filmati che mostrano centinaia di persone in fuga dal luogo segnalato alle forze dell’ordine. Secondo quanto riporta l’emittente britannica BBCnei filmati pubblicati sui social network sono riconoscibili alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da armi automatiche.

    Dopo aver inizialmente deciso di bloccare i voli da e per la città, le autorità aeroportuali di Las Vegas hanno deciso di far riprendere in parte le attività dell’aeroporto McCarran. Almeno 20 voli però, destinati a Las Vegas, sono stati dirottati verso altre città statunitensi.

    Dove è avvenuta la sparatoria

    I colpi esplosi dall’hotel del Mandalay Bay Casino hanno colpito le persone che stavano assistendo al concerto. L’area, occupata dal festival di musica country Route 91 Harvest, si trova proprio tra il viale dei casino di Las Vegas, all’altezza del Mandaly Bay e l’aeroporto McCarran.

    Ecco la mappa:

    Le reazioni

    A seguito dell’attacco sono arrivate anche le reazioni di cordoglio su internet. Il cantante country Jason Aldean, che si stava esibendo sul palco quando è cominciata la sparatoria, ha voluto esprimere il suo dolore per l’attacco avvenuto durante il Route 91 Harvest festival, nei pressi del Mandalay Bay Casino.

    “I miei pensieri e le mie preghiere vanno a tutti coloro che hanno erano presenti stasera”, ha scritto Aldean sul suo profilo ufficiale Instagram.

    Anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha voluto esprimere il proprio dolore per la tragedia e la propria vicinanza alle vittime.

    “Offro le mie più calorose condoglianze e il mio affetto alle vittime della sparatoria di Las Vegas e alle loro famiglie”, ha scritto Trump sul suo profilo ufficiale Twitter. Il viaggio previsto del presidente a Porto Rico, in sostegno della popolazione afflitta dalle conseguenze di due uragani, è stato rimandato al 3 ottobre.

    Anche i leader mondiali hanno espresso il proprio cordoglio per i fatti avvenuti nella città statunitense.

    “I pensieri del Regno Unito sono con le vittime e i servizi di emergenza, impegnati a rispondere allo scioccante attacco avvenuto a Las Vegas”, ha scritto la prima ministra Theresa May, sul profilo ufficiale Twitter di Downing Street.

    “Sono inorridito nell’apprendere di morti e feriti a Las Vegas”, ha scritto il primo ministro svedese, Stefan Löfven, sul suo profilo ufficiale Twitter.“I nostri pensieri sono con le vittime, le loro famiglie, i loro amici e gli Stati Uniti”.

    “Sono inorridito dalla brutale sparatoria avvenuta a Las Vegas”, ha detto il primo ministro danese, Lars Løkke Rasmussen‏, sul suo profilo ufficiale Twitter. “Le mie condoglianze e la più profonda vicinanza alle vittime, ai feriti e ai loro cari”.

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