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    Spagna, altro scandalo a corte: l’ex re Juan Carlos nei guai per le dichiarazioni dell’ex amante

    L'ex re di Spagna Juan Carlos e l'ex amante Corinna zu Sayn-Wittgenstein
    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 17 Lug. 2018 alle 13:08 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:39

    “Scandalo” a corte. No, non quella d’Inghilterra, ma quella spagnola. Un terremoto sta infatti scuotendo la monarchia dei Borbone spagnoli e mettendo in agitazione la politica madrilena.

    Protagonista Juan Carlos I di Spagna, l’ex re che quattro anni fa abdicò in favore del figlio Felipe VI. Juan Carlos è stato infatti “tradito” dalle confidenze dell’ex-amante, la nobildonna tedesca Corinna zu Sayn-Wittgenstein.

    In una conversazione registrata cinque anni fa dall’ex-commissario di polizia José Manuel Villarejo, ora in carcere, ma uscita solo ora in due quotidiani online, Corinna afferma di essere stata per anni la prestanome del re nella gestione di proprietà all’estero e di conti milionari in Svizzera.

    Secondo la donna, l’ex re, oggi ottantenne, avrebbe depositato nelle banche svizzere commissioni ricevute per grandi commesse all’estero.

    Appena appresa la notizia, Podemos ha subito chiesto con l’appoggio dei nazionalisti catalani e baschi una commissione d’inchiesta parlamentare sulla vicenda e che lo stesso Juan Carlos riferisca in parlamento “sui suoi affari”.

    Il capo dei servizi segreti del Cni Felix Sanz Roldan è stato invece convocato dalla Commissione Affari Riservati – detta anche dei “Segreti Ufficiali” – dove riferirà a breve.

    Parole, quella dell’ex amante, che – secondo alcuni media – avrebbero causato un “attacco di ansia” a Juan Carlos.

    La relazione con la Corinna zu Sayn-Wittgenstein, diventata famosa per le foto accanto a Juan Carlos e al cadavere di un elefante in Botswana nel 2012 nel pieno della grave crisi economica spagnola, fu una delle cause del crollo di popolarità del re e quindi dell’abdicazione in favore del figlio.

    E il governo come ha reagito a queste rivelazioni? Il numero due del Psoe e ministro alle infrastrutture José Luis Abalos ha provato a gettare acqua sul fuoco: “Prima sentiamo il capo del Cni poi vedremo se bisogna insistere sulla commissione d’inchiesta”. Insomma bisogna affrontare la vicenda con “serenità e alla responsabilità”.

    Il leader di Izquierda Unida, alleato di Podemos, Alberto Garzon ha invece lanciato un appello direttamente al premier Sanchez, chiedendogli di “non proteggere i potenti e la monarchia corrotta”, e di rispondere “in maniera soddisfacente allo scandalo che scuote la Casa Reale”.

    Insomma, un altro scandalo che rischia di minare definitivamente la fiducia degli spagnoli per la propria Casa Reale.

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