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    Spagna, 5 uomini violentano una 14enne in “stato di incoscienza”: assolti dal reato di stupro

    La giovane stava partecipando nel 2016 a una festa in una fabbrica abbandonata a Manresa. Nuove proteste sono scoppiate in Spagna da parte dei movimenti per la difesa dei diritti delle donne

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Nov. 2019 alle 13:59 Aggiornato il 4 Nov. 2019 alle 12:15

    Spagna, branco violenta una 14enne ma per il tribunale sono assolti

    Un tribunale di Barcellona ha assolto dal reato di stupro cinque uomini accusati di avere violentato a turno una 14enne, condannandoli ad una pena minore per il reato di abuso sessuale, nonostante la Corte suprema avesse recentemente ribaltato una simile decisione a seguito di proteste in tutto il Paese.

    Per la legge spagnola, riporta la Bbc, il reato di stupro sussiste solo in presenza di uso della forza o minaccia, mentre, in questo caso, la giovane si trovava in “stato di incoscienza” indotto da alcol e droghe, e non ha dunque opposto resistenza ai suoi aguzzini.

    Tenuto conto anche delle proteste suscitate da una simile sentenza del 2016, è in corso una revisione della norma, nonostante ciò il tribunale catalano ha condannato cinque dei sei imputati iniziali al processo a condanne tra i 10 e 12 anni di prigione, contro i 15-20 previsti per la violenza sessuale. Il sesto è stato assolto per non aver commesso il fatto. Nuove proteste sono quindi scoppiate in Spagna da parte dei movimenti per la difesa dei diritti delle donne.

    Nuove proteste sono quindi scoppiate in Spagna da parte dei movimenti per la difesa dei diritti delle donne.

    “La vittima non sapeva cosa stesse e cosa non stesse facendo, di conseguenza non aveva la capacità di accettare od opporsi ai rapporti sessuali che la maggior parte degli imputati ha avuto con lei”. Con queste parole, riferisce El Pais, il giudice ha ridimensionato la pena ai cinque stupratori, due spagnoli due cubani e un argentino, di una ragazzina di 14 anni. Il reato è abuso sessuale, non stupro.

    La giovane stava partecipando nel 2016 a una festa in una fabbrica abbandonata a Manresa, cittadina al centro della Catalogna, quando, sotto effetto di alcol e droghe, seguì un ragazzo in un edificio appartato dove l’attendevano altri uomini. Dopo averla violentata, il giovane invitò gli amici a fare lo stesso: “Ora tocca a te, ma 15 minuti, non di più”.

    La minore, nel processo, disse di essere stata drogata a proposito e di ricordare poco dell’accaduto, ma in un messaggio telefonico alla sua migliore amica si diceva certa di avere subito le violenze. Dichiarò inoltre di ricordare vagamente di essere stata costretta all’atto sessuale da una pistola. Fatto negato dagli imputati.

    Al processo è emerso che gli aggressori erano a conoscenza della minore età della ragazza, e nella sentenza si sottolinea che la ragazza era in stato di incoscienza e che per questo non fu in grado di opporsi alla violenza, definita “estremamente intensa e denigrante”. Tuttavia il giudice ha deciso una condanna minore, assolvendo tra l’altro gli imputati dall’accusa di ostruzione alla giustizia dopo che diversi testimoni avevano riferito di essere stati minacciati per costringerli al silenzio.

    La sindaca di Barcellona Ada Colau ha denunciato la sentenza definendola “una condanna oltraggiosa. “Non sono un giudice e non so quanti anni di prigione si meritano, quello che so è che non è un abuso, è uno stupro”, ha scritto su Twitter.

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