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    Burkina Faso, ucciso l’Imam Souaibou Cissé: era schierato contro il terrorismo

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 17 Ago. 2020 alle 18:00

    Souaibou Cissé, il grande imam di Djibo, nel nord del Burkina Faso, è stato ucciso. Nelle scorse ore è stata ritrovata la sua salma nei pressi di Tiléré, luogo dove il 73enne era stato rapito lo scorso martedì, mentre si trovava in viaggio su un taxi condiviso insieme ad altre persone. L’Imam, che ricopriva anche la carica di presidente della comunità musulmana della provincia di Soum nella regione del Sahel, è stato sequestrato da un gruppo di persone armate che hanno fermato il veicolo proveniente dalla capitale del Paese, Ouagadougou.

    A riportare la notizia è Africa ExPress, che spiega come i presunti terroristi abbiano fermato la corsa del taxi e controllato l’identità di tutti i passeggeri, per poi prelevare solamente Cissé e lasciar andare gli altri passeggeri. Qualche anno fa, nel 2017, come hanno riferito i familiari dell’Imam a Radio France International, Cissé era già stato vittima di un attentato: alcuni individui non ben identificati avevano infatti tentato di ucciderlo sparando dei colpi  contro casa sua e, in seguito a questo episodio, l’abitazione era stata messa sotto il controllo della gendarmeria locale. Controllo però interrotto all’inizio del 2020.

    Ad esprimere dolore e riprovazione per quanto accaduto la presidenza burkinabè con un post su Twitter. Al momento nessun gruppo terroristico ha rivendicato l’uccisione dell’Imam, il quale da sempre era schierato contro gli attacchi che nel corso degli anni hanno gettato nell’instabilità tutta l’area di Djibo.

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