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    Smacco al narcotraffico

    Il leader dei Los Zetas è stato arrestato lunedì notte al confine con gli Stati Uniti

    Di Elena Prodi
    Pubblicato il 16 Lug. 2013 alle 15:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:24

    Miguel Anguel Trevino Morales, leader dei Los Zetas, il più brutale cartello della droga messicana, è stato arrestato lunedì notte alle 3:45 presso Nuevo Laredo, al confine con gli Stati Uniti, da una squadra della marina messicana.

    L’arresto rappresenta un’importante vittoria contro la criminalità organizzata per il nuovo governo del presidente Enrique Peña Nieto, impegnato fin dal primo giorno di insediamento a portare avanti la battaglia del predecessore Felipe Calderón Hinojosa contro le attività illecite nel paese.

    Eduardo Sanchez Hernandez, portavoce del governo in materie di sicurezza, ha dichiarato che il quarantenne messicano, soprannominato Z-40, viaggiava in compagnia di due uomini e portava con sé 2 milioni di dollari, nove armi e approssimativamente 500 munizioni. I due uomini che lo accompagnavano erano Abdon Federico Garcia e Ernesto Reyes Garcia, rispettivamente guardia del corpo e tesoriere dell’organizzazione.

    Trevino Morales è dal 2012 leader dei Los Zetas, la più potente e violenta organizzazione criminale messicana fondata nel 1999 da un gruppo di disertori dei ranghi militari che iniziarono a lavorare come braccio armato per il Cartello del Golfo, storico clan specializzato nel traffico di droga. Nel febbraio 2010 i Los Zetas si sono separati dall’organizzazione del Golfo e hanno creato la propria rete criminale.

    I Los Zetas hanno ridisegnato il volto della criminalità messicana. Famigerati per ricorrere frequentemente alla violenza, sono colpevoli di crimini quali il traffico di droga, estorsione, pirateria, prostituzione, traffico di esseri umani, rapimenti e omicidi.

    L’organizzazione fondata a Nuevo Laredo, luogo di nascita di Trevino Morales, si serviva della prossimità della città al confine Texano come punto di partenza per le sue attività criminali negli Stati Uniti. I membri del clan, attraversando il Rio Bravo, operavano soprattutto nel territorio texano oltre che a mantenere una fitta rete di attività illecite in tutto il Paese.

    L’arresto di Trevino Morales lascia un vuoto nella gerarchia criminale dei Los Zetas. Il probabile successore alla leadership dell’organizzazione sarebbe il fratello minore dello stesso Trevino, Omar Morales.

    Arthur Fontes, l’ex agente dell’FBI che ha seguito per quasi un decennio il caso Morales, si è congratulato con i marines messicani, commentando che la cattura del criminale rappresenta un forte segnale contro i cartelli del narcoterrorismo.

    Questo arresto difficilmente implicherà un declino della violenza in Messico. È infatti previsto un pronto ribilanciamento negli equilibri di potere dei cartelli del territorio. Fontes si dice comunque soddisfatto per i parenti e i famigliari delle vittime che finalmente troveranno risposte e spiegazioni alla scomparsa dei loro cari.

    Anche l’ambasciata americana a Città del Messico si complimenta con l’attività anti crimine perseguita dal governo Peña Nieto, affermando che “questo è un ulteriore passo avanti, una vittoria per il popolo messicano nel tentativo di smantellare il crimine organizzato”.

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