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    La tregua in Siria è a rischio e i colloqui di pace sono più instabili che mai

    I ribelli hanno lanciato un feroce attacco contro le forze governative siriane nella provincia di Latakia e hanno fatto registrare progressi militari ad Hama

    Di TPI
    Pubblicato il 18 Apr. 2016 alle 12:56 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:11

    I ribelli hanno lanciato questa mattina un feroce attacco contro le forze governative siriane nella provincia di Latakia e hanno fatto registrare progressi militari ad Hama, dove hanno quasi completamente riconquistato la città di Khirbat al-Naqus, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’escalation delle violenze prosegue.

    Intanto quattro persone sono rimaste uccise durante attacchi aerei dell’esercito governativo, nella provincia di Homs. 

    I combattimenti, che stanno aumentando anche nei pressi di Aleppo, potrebbero minare l’accordo sul cessate il fuoco e i colloqui di pace in corso a Ginevra. 

    I colloqui di pace sono inutili se proseguiranno gli assedi e se non si smetterà di bombardare le aree abitate da civili, ha detto Riad Hijab, coordinatore delle opposizioni siriane. 

    Hijab ha accusato inoltre Damasco e dei suoi alleati di aver “violato i diritti della gente e contravvenendo al diritto internazionale”. 

    Opposizione e forze governative si accusano a vicenda di aver violato la tregua iniziata il 27 febbraio scorso, che esclude al Qaeda, il sedicente Stato islamico e il fronte al Nusra. 

    Intanto i gruppi ribelli siriani hanno accusato l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria di essere dalla parte del governo di Damasco e di assecondare le sue richieste.  

    I negoziati a Ginevra, il cui obiettivo è un accordo sulla transizione in Siria, sembrano più instabili che mai. 

    L’opposizione è divisa a metà: una parte vorrebbe rimanere al tavolo dei negoziati, l’altra vorrebbe andare via. Secondo loro Assad non può far parte in alcun modo del governo di transizione. Il presidente siriano propone invece un governo allargato a membri dell’opposizione, senza considerare l’ipotesi di fare un passo indietro. 

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