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    Homs, missili su base aerea siriana: 14 morti. Damasco e la Russia accusano Israele

    Credit: AfP/Saifullah Al Ahmad / Anadolu Agency

    Raid su una base militare: tra le vittime ci sono soldati iraniani. La Siria aveva inizialmente attribuito la responsabilità agli Usa

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 9 Apr. 2018 alle 11:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:41

    Un aeroporto militare nella provincia di Homs, in Siria, è stato colpito nelle prime ore di lunedì 9 aprile 2018 da un attacco missilistico che ha provocato almeno 14 morti e diversi feriti.

    Il governo siriano e la Russia, suo alleato, accusano Israele di essere responsabile del raid.

    Secondo il ministero della Difesa russo, invece, dietro l’attacco c’è Israele.

    “Tra le 3.25 e le 3.53 di Mosca, due aerei F-15 dell’Aeronautica israeliana hanno effettuato un attacco con otto missili”, ha affermato in una nota il ministero, citato dall’agenzia di stampa russa Tass.

    Secondo i russi, le difese aeree siriane hanno distrutto cinque missili guidati, mentre tre missili hanno raggiunto la parte occidentale dell’aeroporto. Nessun russo è tra le vittime.

    Inizialmente il governo siriano aveva attribuito la responsabilità dell’attacco aagli Stati Uniti. Washington, però, aveva immediatamente negato qualsiasi coinvolgimento.

     

     

    “In questo momento, il dipartimento della Difesa non sta conducendo attacchi aerei in Siria”, fanno sapere dal Pentagono.

    “Tuttavia, continuiamo a guardare da vicino la situazione e sostenere gli sforzi diplomatici in corso per portare alle loro responsabili coloro che usano armi chimiche, in Siria e altrove”.

    L’attacco ha colpito la base aerea siriana di Tiyas, situata tra le città di Homs e Palmira, che ospita militari russi, iraniani e del movimento libanese Hezbollah.

    Secondo la tv di stato siriana, tra le vittime ci sono militari iraniani.

    Il raid missilistico arriva all’indomani dell’attacco chimico a Douma, una delle ultime roccaforti in mano ai ribelli nel Ghouta orientale, che ha provocato almeno 70 morti.

    L’attacco è stato denunciato da fonti mediche e sanitarie, mostrando le immagini di decine di corpi trovati senza vita nei rifugi e negli scantinati della città

    Gli Stati Uniti hanno puntato il dito contro la Russia, che “con il suo incessante sostegno verso il governo siriano detiene la responsabilità” dei presunti attacchi chimici in Siria.

    In un tweet il presidente americano, Donald Trump, ha puntato il dito contro il suo omologo russo, Vladimir Putin, e contro l’Iran e ha definito il presidente siriano Bashar al-Assad un “animale”, annunciando che “ci sarà un alto prezzo da pagare”.

    “Un altro disastro umanitario senza senso”, ha commentato Trump, che ha quindi esortato ad aprire la zona “immediatamente ai soccorsi e alle verifiche”.

    L’attacco su Douma, se verificato, sarebbe l’ultimo di una serie verificatosi con gas e materiali chimici nel Ghouta orientale, che già in passato aveva subito raid al gas sarin e cloro.

    In questi giorni, decine di migliaia di civili (compresi i ribelli) avevano iniziato a lasciare la parte orientale del Ghouta, sotto incessanti bombardamenti da parte del governo siriano di Bashar al-Assad, con il sostegno militare delle forze aeree russe.

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