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    Segregato per quattro anni in un capanno senza bagno e senza cucina: cibo avariato in cambio del lavoro

    Credirs: Solent

    È stato trattato come uno schiavo da una coppia che viveva in una villa milionaria. Quando la polizia è intervenuta ha arrestato i coniugi per "riduzione in schiavitù"

    Di Massimo Ferraro
    Pubblicato il 2 Nov. 2018 alle 13:22 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:25

    Una villa da un milione e mezzo di euro nel quartiere dei vip. Priptal Binning, 56 anni, docente universitaria e il marito Palvinder, 54 anni, vivevano in una casa da sogno nell’Hampshire. Ma per 4 anni hanno tenuto segregato nel capanno del giardino un uomo polacco, che in cambio dei lavori domestici riceveva cibo e “alloggio”.

    L’uomo, un 40enne, è andato alla locale polizia di Chilworth, a nord di Southampton per denunciare le condizioni in cui era costretto a vivere dai suoi datori di lavoro.

    Dormiva su un lettino prendisole, in un locale senza bagno e con frigo e postazione barbecue come cucina. Ogni giorno era la coppia a portargli il cibo, spesso scaduto, in cambio del lavoro svolto.

    Sono stati gli stessi agenti il 30 ottobre 2018 a verificare le dichiarazioni dell’uomo, andando nella villa dei Binning. Il racconto del polacco corrispondeva al vero: nel capanno, privo di servizi igienici, solo un frigo e tanti sacchi di plastica.

    La professoressa, docente di Scienze della salute all’Università di Southampton, è stata arrestata insieme al marito per riduzione in schiavitù.

    “Nessuno dovrebbe essere costretto a vivere in condizioni così disgustose”, ha detto Tony Byrne, a capo della Gangmasters and labour abuse authority, che si occupa proprio delle violazioni dei diritti dei lavoratori.

    L’uomo è entrato quindi nel programma governativo nazionale di supporto alle vittime della schiavitù e del traffico di esseri umani.

    Secondo Byrne ci sono “diverse prove che confermano le parole della vittima. Non solo le condizioni del capanno nel giardino, ma anche i diversi lavoretti effettuati in casa”.

    Byrne ha poi ringraziato il Servizio nazionale per la salute, che ha compreso subito il disagio dell’uomo e ha segnalato la situazione alle autorità.

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