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    Continua lo sciopero dei lavoratori delle raffinerie di petrolio in Francia

    Tutti e otto gli stabilimenti del paese sono fermi e due stazioni di servizio su dieci sono rimaste senza benzina

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Mag. 2016 alle 15:32 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:47

    Continua lo sciopero dei lavoratori delle raffinerie di petrolio in Francia. La “Confédération générale du travail” (Cgt) la scorsa settimana ha indetto delle manifestazioni davanti agli stabilimenti per protestare contro la nuova riforma del lavoro voluta dal governo francese.

    La riforma fortemente voluta dal presidente della repubblica François Hollande prevede la semplificazione delle regole di assunzione e di licenziamento, una maggiore flessibilità sugli orari di lavoro e la possibilità per la grandi aziende di ridurre i salari.

    Tre quarti dei francesi sono contrari alla normativa e vi sono state forti critiche nei confronti del governo per aver fatto ricorso all’articolo 49.3 della costituzione che prevede l’approvazione veloce delle leggi senza passare dal voto del parlamento.

    Tutte le otto raffinerie presenti nel paese sono ferme. Di conseguenza, molte aree di servizio francesi sono a corto di benzina. Almeno il 20 per cento è rimasto completamente a secco. La Francia ha quindi dovuto fare ricorso alle scorte di riserva di petrolio per la prima volta dal 2010.

    Gli automobilisti, bloccati in lunghe code per fare rifornimento, si sono lamentati: “non c’è più benzina. Sono arrabbiato perché siamo stati presi in ostaggio da questo sciopero, anche se ne capisco il motivo e lo rispetto. Ma per la gente che lavora non è certo facile”.

    Intanto continua a salire la tensione. Ieri 24 maggio, la polizia ha disperso i lavoratori che stavano protestando davanti alla raffineria di petrolio di Fons-sur-Mer, nell’area portuale di Marsiglia, usando idranti e gas lacrimogeni.

    La Cgt ha quindi rilanciato la sfida al governo francese e vuole estendere lo sciopero ai lavoratori dei porti e alle centrali nucleari. Nonostante queste ultime siano strategiche per il consumo energetico della popolazione, l’estensivo network con i paesi vicini consente alla Francia di non correre pericoli di blackout in caso di sciopero.

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