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    “Caro futuro”: la video-lettera di Save the Children dedicata ai bambini, vittime silenziose della pandemia

    Save The Children

    Con un messaggio all’anno che verrà, l’augurio dell’Organizzazione a tutti i bambini che quest’anno sono stati le vittime silenziose della pandemia

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 22 Dic. 2020 alle 15:12

     

    Un augurio per il futuro, ma anche un manifesto di speranza e resilienza per i più piccoli. È questo il contenuto della video lettera che l’organizzazione Save the Children dedica ai più piccoli, protagonisti e vittime silenziose delle conseguenze socio-economiche della pandemia di Covid-19, e a tutti coloro che hanno a cuore il loro futuro.

    La video lettera immaginaria, letta dalla voce di una bambina, esordisce con un “Caro Futuro“. Lo scopo è non solo quello di “augurare ai più piccoli un anno migliore di quello appena trascorso”, ma anche a “tutte le persone che il domani sia migliore anche grazie alla capacità dei bambini di renderlo tale”. Il messaggio di fiducia e attenzione che l’organizzazione vuole lanciare è: “Il domani sarà dei bambini di oggi, prendiamoci cura del loro mondo”.

    Le conseguenze della pandemia sui bambini

    Prima della pandemia, secondo i dati di Save the Children, “già 5,3 milioni di bambini nel mondo morivano prima di arrivare ai 5 anni per cause facilmente curabili e prevenibili, come malaria, diarrea o polmonite. A causa degli effetti devastanti della crisi, 6,7 milioni di bambini sotto i cinque anni in più potrebbero finire nella morsa letale della malnutrizione acuta e 426 bambini al giorno, 1 ogni 4 minuti, solo in Africa rischiano di morire di fame entro la fine del 2020″.

    Entro la fine dell’anno “150 milioni di bambini in più,1 su 3 in tutto il pianeta, rimarranno senza cibo sufficiente e accesso a beni e servizi essenziali. Quasi il 90 per cento di tutti gli studenti nel mondo è stato costretto a non andare a scuola, con pesanti conseguenze sulla continuità dell’istruzione. 1 giovane su 3, infatti, non ha accesso al digitale e alle nuove tecnologie, e circa 10 milioni di loro rischiano di non tornare più in classe”.

    In Italia i bambini sono stati fortemente colpiti dalle conseguenze socio-economiche della pandemia, con il rischio di un incremento drammatico del numero dei minori che si troveranno a vivere in condizioni di povertà assoluta, che già prima della pandemia superava il milione.

    “Questo 2020 che si sta chiudendo, è stato un anno difficile per tutti noi, ma ancora di più per i bambini”, ha detto Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children. “In Italia, molti di loro si sono dovuti confrontare per la prima volta con la paura, hanno vissuto sulla propria pelle disuguaglianze sociali o economiche profonde. Hanno dovuto affrontare un lutto o anche solo la distanza dagli affetti. La maggior parte ha dovuto allontanarsi dalla scuola, dai propri compagni, dai giochi”.

    “Un evento che, nei paesi più poveri, è stato connotato per molti di loro dalla necessità di dover trovare un lavoro per sostenere la propria famiglia o dover abbandonare la scuola e vedere il proprio futuro compromesso per sempre”, spiega. “Non andare a scuola in molti posti del mondo significa, inoltre, rinunciare all’unico pasto nutriente della giornata, diventare più vulnerabili e per molte ragazze, essere costrette a sposare un uomo molto più grande ancora in tenera età per non dover pesare sulle finanze familiari.

    “Parlare di futuro oggi sembra essere una scommessa, ma la vera scommessa è quella di non lasciare indietro nessun bambino, perché il nostro domani ha inizio con loro e non possiamo dimenticarcelo, ora più che mai”, conclude Fatarella. Save the Children in questi mesi è stata ed è ancora in prima linea per garantire a tutti i bambini, in Italia e nel mondo, cibo, cure, istruzione e protezione.

    Leggi anche: 1. Nel Sahel 700mila bambini non hanno accesso all’istruzione: il Covid sta distruggendo sogni e talenti /2.  Il Covid blocca anche le adozioni: 500 bambini non possono andare dalle loro nuove famiglie (di G. Cavalli)

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