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    La Russia promette ritorsioni in risposta all’espulsione dei diplomatici

    In seguito alla presunta intromissione della Russia nelle elezioni presidenziali, ieri Barack Obama ha deciso di espellere funzionari di Mosca accusati di essere spie

    Di TPI
    Pubblicato il 30 Dic. 2016 alle 09:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:14

    La Russia ha promesso ritorsioni dopo l’espulsione avvenuta giovedì 29 dicembre dagli Stati Uniti dei 35 diplomatici accusati da Washington di essere agenti dei servizi segreti di Mosca e di avere interferito nelle elezioni presidenziali americane con presunti hackeraggi ai danni del partito democratico.

    Inoltre ieri le autorità statunitensi hanno negato l’accesso a due sedi a New York e nel Maryland di proprietà del governo russo perché sospettate di essere state utilizzate per attività di intelligence.

    Come prima risposta le autorità russe hanno chiuso la scuola anglo-americana di Mosca, frequentata da bambini del personale d’ambasciata britannico e canadese, ma anche da ragazzi di altre nazionalità. Secondo la Cnn è stato chiuso anche l’accesso alla residenza di vacanza dell’ambasciata Usa a Serebryany Bor, vicino a Mosca.

    Le sanzioni “sono una risposta ai tentativi russi di nuocere agli interessi americani. Tutti gli americani dovrebbero essere allarmati dalle azioni russe”, aveva detto ieri il presidente uscente Barack Obama.

    La Casa Bianca afferma di temere ora interferenze russe anche sulle elezioni in Europa. La Russia ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nei presunti hackeraggi.

    Durante la campagna elettorale per le presidenziali attraverso Wikileaks erano state diffuse le email private rubate dai server del comitato elettorale dei democratici.

    Dopo il suo insediamento, il prossimo 20 gennaio, il presidente eletto Donald Trump, che si è sempre schierato contro l’idea che la Russia avesse influenzato il voto, dovrà decidere se revocare o meno le sanzioni. Intanto il presidente eletto afferma di voler incontrare l’intelligence e cerca di minimizzare la faccenda invitando a passare a “cose migliori e più grandi”. 

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