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    Le magliette anti Turchia che la Russia non può produrre

    Alcuni stilisti russi avrebbero voluto produrre delle magliette contro la Turchia, ma non hanno potuto poiché il tessuto viene dal paese in questione

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Dic. 2015 alle 15:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:12

    In seguito all’abbattimento del jet russo da parte turca il 24 novembre vicino al confine siriano, alcuni stilisti russi hanno voluto supportare la scelta del governo, creando magliette con slogan anti Turchia.

    Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, però, gli stilisti non hanno ancora potuto produrre le magliette, poiché il tessuto utilizzato sarebbe dovuto essere importato dalla Turchia.

    Alcuni stilisti intervistati dall’agenzia avrebbero spiegato che di fatto la Turchia deterrebbe il monopolio dei tessuti in Russia.

    Alexander Konasov, uno degli stilisti, ha dichiarato che, nonostante il divieto d’importazione imposto dalla Russia, cercherà il modo per aggirare il problema e produrre comunque le magliette. I design da lui creati riportano slogan come: “Non abbiamo bisogno delle spiagge turche, ora abbiamo la Crimea e la nevosa Sochi” o “Corri, turco, corri!”, con il presidente Recep Tayyip Erdogan inseguito da un orso.

    L’importazione di tessuti dalla Turchia in Russia ha creato problemi anche alla stilista Yekaterina Dobryakova, che ha affermato che avrebbe voluto creare delle magliette ironiche sulla Turchia, ma il divieto di importazione esistente ha danneggiato i suoi affari.

    “Non avevo pianificato di fare magliette con il tema della guerra o un tema politico, ma i camion [contenenti i tessuti] sono sicuramente stati fermati al confine, e molto presto non avremo più la possibilità di cucire, poiché tutti i fornitori russi di tessuti lavorano con la Turchia e non abbiamo alcuna alternativa nazionale!”, ha dichiarato la Dobryakova.

    Il governo russo ha imposto il divieto d’importazione su beni turchi come frutta e verdura e ha proibito alle agenzie di viaggio russe di proporre vacanze in Turchia con lo scopo di danneggiare l’economia del paese.

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