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    Russia, confermati gli arresti per il giornalista del Wsj Evan Gershkovich: resterà in carcere fino al 30 marzo

    Press Service of Lefortovsky court via Telegram/moscowcourts

    Il cronista statunitense era stato arrestato il 29 marzo scorso con l'accusa di spionaggio e rischia una condanna fino a 20 anni di reclusione

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 20 Feb. 2024 alle 12:40 Aggiornato il 20 Feb. 2024 alle 12:42

    Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto in Russia dal 29 marzo scorso con l’accusa di spionaggio, dovrà restare ancora in carcere fino al 30 marzo prossimo. Lo ha deciso oggi un tribunale russo, che ha respinto l’ultimo appello presentato dagli avvocati di Gershkovich, confermandone gli arresti.

    Il 32enne, accreditato presso il ministero degli Esteri russo per lavorare nel Paese come giornalista, era stato arrestato dal Servizio di sicurezza federale nel marzo dello scorso anno mentre realizzava un reportage nella città di Ekaterinburg, nella regione dei monti Urali. Le autorità russe sostengono che Gershkovich, da allora detenuto nella prigione Lefortovo a Mosca, sia una spia, un’accusa sempre respinta al mittente sia dal cronista che dagli Stati Uniti.

    “Il tribunale cittadino di Mosca, dopo aver esaminato il ricorso contro il verdetto della Corte distrettuale di Lefortovo di Mosca di prolungare il periodo di detenzione in relazione a Evan Gershkovich, ha lasciato invariata la decisione del tribunale e il ricorso non è stato accolto”, si legge nella nota pubblicata dalla Corte su Telegram. “Gershkovich rimarrà in custodia fino al 30 marzo 2024”.

    Finora la Corte Lefortovsky di Mosca ha respinto tutti i ricorsi presentati dai legali di Gershkovich, i cui termini per la custodia cautelare sono scaduti il 29 maggio scorso e poi periodicamente rinnovati. Il tribunale ha negato al cronista sia gli arresti domiciliari che la libertà su cauzione.

    All’inizio di questo mese, in una lunga intervista con l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson, il presidente russo Vladimir Putin aveva aperto alla possibilità di liberare il giornalista del Wall Street Journal, paventando un accordo con gli Usa. Gershkovich, aveva detto Putin senza fornire alcuna prova,“lavorava per i servizi segreti statunitensi e per alcune altre agenzie”.

    Poi però, senza citarlo, aveva suggerito un possibile scambio con il sicario Vadim Krasikov, condannato per aver ucciso un miliziano ceceno a Berlino nel 2019, definendolo “una persona che sta scontando una pena in un Paese alleato degli Stati Uniti, un uomo che, per sentimento patriottico, ha eliminato un bandito in una delle capitali europee”.

    Da allora, la Casa bianca ha rifiutato di commentare le dichiarazioni del leader russo, ribadendo che “Evan Gershkovich non avrebbe mai dovuto essere arrestato”, anzi dovrebbe essere liberato immediatamente.

    Senza un accordo però, il cronista rischia di passare ancora molto tempo in carcere. La legge russa concede alle autorità giudiziarie un ampio margine di discrezionalità in materia di custodia cautelare mentre una condanna per spionaggio può comportare una pena detentiva compresa tra i 10 e i 20 anni di reclusione.

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