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    Russia e Cina chiedono la fine dei test missilistici nord coreani e delle esercitazioni statunitensi

    Il lancio del nuovo missile da parte di Pyongyang è stato definito “inaccettabile” da Vladimir Putin e Xi Jinping che hanno, allo stesso tempo, criticato la posizione di Washington nell'area

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 4 Lug. 2017 alle 16:28 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:58

    In una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping, Russia e Cina si sono dette oltremodo preoccupate per gli sviluppi della situazione in Corea del Nord. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa Reuters.

    Putin e Xi Jinping hanno condannato il test missilistico effettuato il 4 luglio da Pyongyang, bollandolo come una violazione delle norme internazionali e in particolare della risoluzione ONU numero 2356 che nel giugno 2017 ha rafforzato le sanzioni contro il regime nord coreano.

    Mosca e Pechino hanno concordato sulla necessità di un congelamento simultaneo sia del programma missilistico e nucleare del paese asiatico che delle esercitazioni militari su larga scala realizzate nell’area dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud.

    Russia e Cina comprendono le preoccupazioni di Kim Jong-un riguardo una possibile invasione della Corea del Nord e hanno chiesto agli Stati Uniti di fermare immediatamente il dispiegamento del sistema anti-missile THAAD. Un’infrastruttura che Washington sostiene essere necessaria per la propria sicurezza e quella dei suoi alleati e cittadini nella regione.

    Nella giornata di martedì 4 luglio, un nuovo missile è stato testato dalla Corea del Nord, il suo lancio è avvenuto, come ormai di consueto, in violazione delle regole internazionali ed è coinciso con i festeggiamenti per l’indipendenza degli Stati Uniti.

    Secondo fonti sud coreane, l’arma avrebbe percorso oltre 930 chilometri per un tempo di volo di 37 minuti, raggiungendo un’altitudine di duemila e ottocento chilometri prima di inabissarsi nell’Oceano Pacifico.

    Il missile potrebbe essere una versione modificata del Hwasong-12, che era stato lanciato il 14 maggio. Un proiettile del genere è in grado di minacciare non solo tutti i paesi vicini di Pyongyang ma, secondo un rapporto di alcuni scienziati statunitensi, avrebbe potuto raggiungere persino il suolo americano.

    Se effettuato il test fosse stato effettuato un’inclinazione diversa, il nuovo missile potrà raggiungere le isole Aleutine, al largo delle coste dell’Alaska.

    I missili già a disposizione del paese asiatico sono quelli delle serie KN-02 e Scud, che possono colpire in tutta la penisola coreana e i No-dong, che potrebbero colpire Tokyo e le basi militari americane nell’area.

    Ci sono infatti più soldati americani in Giappone che in ogni altro paese del mondo. Distribuiti in sei strutture, tra cui quella di Okinawa, sono 54mila gli statunitensi di stanza nel paese del Sol Levante per garantire la sicurezza dell’area.

    Inoltre Pyongyang ha nel suo arsenale 4.200 carri armati, più di 800 aerei da combattimento e 70 sottomarini.

    LEGGI ANCHE: Le mappe che mostrano la minaccia della Corea del Nord

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