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    “Quasi ogni area del suo cervello era sotto attacco, ha visto se stesso disintegrarsi”: un documentario racconta le condizioni di Robin Williams prima del suicidio

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 10 Ago. 2020 alle 13:56 Aggiornato il 11 Ago. 2020 alle 17:52

    In uscita il documentario su Robin Williams

    La moglie di Robin Williams, Susan Schneider Williams, ha raccontato nel documentario “Robin’s Wish” la sua ricerca della verità sulla morte del marito. La consorte dell’interprete di alcuni tra i più celebri film degli anni ’90 – da Mrs Doubtfire a L’attimo fuggente – morto suicida a 63 anni ha cercato di esplorare il passato del marito per comprendere cosa lo abbia spinto a togliersi la vita l’11 agosto del 2014. Nel film, che sarà disponibile on demand a partire dal primo settembre prossimo, vengono descritti gli ultimi giorni di vita di Williams e quello che l’attore ha vissuto a causa della malattia di cui soffriva: la demenza a corpi di Lewy, che i medici hanno scoperto solo dopo aver effettuato l’autopsia.

    Come spiega nel trailer del documentario il dottore Bruce Miller, la demenza a corpi di Lewy è una patologia che genera ansia e insicurezza e che scatena delusioni. Sintomi imperscrutabili agli occhi di Schneider, che aveva sposato Williams nel 2011 ed era la sua terza moglie, per cui – racconta nel documentario – scoprire le ragioni del suicidio ha comportato un lavoro doloroso. “Quasi ogni area del suo cervello era sotto attacco e ha visto se stesso disintegrarsi”, racconta la donna nell’anteprima del documentario.

    Sebbene la causa ufficiale della morte sia stata “asfissia per impiccagione”, l’esame tossicologico ha evidenziato nel sistema dell’attore la presenza di antidepressivi, caffeina e Levodopa, un farmaco cardine nel trattamento del Parkinson, il disturbo attribuito a Williams in un primo momento. “Sul set era chiaro a tutti che a Robin stava succedendo qualcosa. Ricordo che un giorno mi disse “non so cosa mi stia succedendo, non sono più io”, racconta nel film il regista di “Una notte al museo”, Shawn Levy. “Era come se avesse dentro qualcosa che lo stesse consumando”, conferma il produttore David E. Kelley nel trailer di “Robin’s Wish”.

    Leggi anche: 1. “Non riusciva a parlare, era incapace di muoversi, piangeva tra le mie braccia”: gli ultimi istanti di Robin Williams 2. Ricordando Robin Williams

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