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    Trump ha criticato la rimozione dei monumenti in memoria della Confederazione schiavista

    Credit: Reuters

    Diverse città statunitensi hanno iniziato a rimuovere statue dedicate agli eserciti sudisti della guerra civile, perché ritenuti simboli di razzismo

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 18 Ago. 2017 alle 13:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:41

    Il 17 agosto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato la decisione di diverse città e stati meridionali statunitensi di rimuovere i monumenti dedicati alla memoria della Confederazione.

    “Triste vedere la storia e la cultura del nostro grande paese fatta a pezzi dalla rimozione delle nostre bellissime statue e monumenti. Non potete cambiare la storia ma potete imparare da essa. Robert E Lee, Stonewall Jackson – chi sarà il prossimo, Washington, Jefferson? Così stupido! E poi la bellezza che stanno portando via dalle nostre città e dai nostri parchi ci mancherà moltissimo e non potrà mai essere rimpiazzata allo stesso modo”, ha scritto su Twitter il presidente Donald Trump.

    A Baltimora, nel Maryland, già quattro statue dedicate a generali che hanno guidato gli eserciti sudisti nella guerra civile americana sono state tolte dagli spazi pubblici in cui si trovavano.

    “Non possiamo nascondere la nostra storia né dovremmo, ma è giunto il momento di riconoscere la differenza tra ricordare il nostro passato e glorificare i capitoli più oscuri della nostra storia”, ha detto il governatore repubblicano dello stato Larry Hogan, che ha aderito al crescente elenco di funzionari governativi statunitensi che vogliono di rimuovere le statue in quanto simboli di odio razzista.

    Quanti sono i monumenti della Confederazione negli Stati Uniti?

    Sono almeno 718 i monumenti dedicati a personalità di rilievo della Confederazione ancora presenti negli Stati Uniti, di cui oltre 300 concentrati solo tra Georgia, Virginia e Nord Carolina, come mostra la mappa sviluppata dal grafico Andrew Kahn, basata sui dati dell’Historical Marker Database.

    Secondo il Southern Poverty Law Center (Splc), a partire da aprile 2017, almeno 60 monumenti della Confederazione sono già stati rimossi, mentre diversi parchi e piazze sono stati ribattezzati con altri nomi.

    Splc è un’organizzazione statunitense senza scopo di lucro che si batte per la tutela dei diritti delle minoranze e contro il razzismo, che monitora i crimini d’odio e le fazioni politiche che li propugnano.

    “La rimozione dei monumenti ha reso i memoriali confederati un punto di incontro per i suprematisti bianchi e altri gruppi di destra estrema”, ha detto Ryan Lenz, portavoce del Southern Poverty Law Center.

    Gli scontri di Charlottesville

    Queste decisioni fanno seguito a quanto accaduto a Charlottesville, in Virginia. L’11 agosto 2017 alcune centinaia di manifestanti di estrema destra hanno marciato verso la University of Virginia, nella città degli Stati Uniti orientali, per protestare contro la decisione di rimuovere la statua del generale Robert E. Lee, che aveva guidato le forze della confederazione schiavista durante la guerra civile americana.

    I manifestanti avevano torce in mano e urlavano cori razzisti tra cui: “White lives matter” (“la vita dei bianchi conta”) e “Gli ebrei non ci rimpiazzeranno”.

    Per rispondere al corteo razzista, un gruppo più piccolo di contro-manifestanti ha circondato la statua di Thomas Jefferson presso l’università, tenendo uno striscione che recitava: “Gli studenti dell’università della Virginia agiscono contro la supremazia bianca”.

    Il giorno successivo, una delle manifestanti anti-razziste, Heather Heyer, è stata uccisa e almeno trenta persone sono rimaste ferite dopo che un’auto guidata da un suprematista bianco, di nome James Alex Fields Jr, ha investito il corteo.

    Le violenze in Virginia sembrano aver accelerato la rimozione di memoriali, bandiere e altri monumenti in ricordo della causa confederata. I sindaci di Baltimora, in Maryland e Lexington, in Kentucky, hanno già iniziato a togliere le statue, mentre i funzionari di Dallas, in Texas, di Memphis, in Tennessee e di Jacksonville, in Florida, hanno annunciato iniziative per abbattere i monumenti confederati.

    Alcuni manifestanti antirazzisti però non hanno voluto attendere l’intervento delle istituzioni e hanno deciso di agire da soli. Lunedì 14 agosto un gruppo di sconosciuti ha rovesciato una statua di bronzo che raffigurava un comandante confederato, fuori dal tribunale di Durham, in Nord Carolina.

    Lo sceriffo della contea di Durham, Mike Andrews, ha dichiarato che il suo ufficio sta indagando sull’atto vandalico e che è intenzionato a trovarne i responsabili.

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