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    Ricordando Claude Monet

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 5 Dic. 2014 alle 21:04 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:53

    Il pittore francese Claude Monet è considerato uno tra i padri fondatori e principali esponenti dell’impressionismo.

    Nato a Parigi il 14 novembre 1840, a sedici anni si trasferì per studiare presso la scuola di Le Havre, dove conobbe il pittore Eugéne Boudin, che lo iniziò alla pittura en plen air, all’aria aperta.

    Tornato a Parigi, incontrò il pittore Edouard Manet, il pittore francese che a metà del Diciannovesimo secolo era il punto di riferimento per tutti gli artisti che stavano abbandonando l’arte accademica delle opere esposte nei Salons di pittura.

    A partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento, si iniziò a vedere lo stile maturo di Monet: uno stile basato sulla luce, e sulle variazioni cromatiche, che essa riflette sulla natura e sugli oggetti. Il suo intento di pittore non fu quello di raffigurare le immagini né in modo realista né in modo accademico, ma piuttosto di catturare l’impressione che si riesce a cogliere in un istante, soggetto alla mutevolezza della luce e dell’atmosfera.

    Impressione è stata la parola chiave del suo lavoro. Impressione. Levar del Sole fu il titolo di un suo dipinto del 1872, considerato uno dei manifesti della pittura dell’autore. Quando nel 1874 i pittori che dipingevano sullo stile di Monet decisero di organizzare una mostra presso lo studio del fotografo Nadar, il critico d’arte Leroy, con disprezzo, dette loro il nome di impressionisti, basandosi proprio sul titolo del suo dipinto.

    Ma i pittori fecero loro questo termine e iniziarono, da lì in poi principalmente, a definirsi tali. Ebbe così inizio la pittura impressionista.

    Trasferitosi nel 1880 nella sua casa di Giverny, Monet iniziò a dipingere una serie di dipinti raffiguranti le ninfee presenti nel lago della sua residenza. Morì a Giverny il 5 dicembre del 1926.

    Qui alcune sue opere 

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