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    I Paesi Bassi sono in parte responsabili dell’uccisione di 300 musulmani a Srebrenica

    La Corte di appello del Tribunale dell'Aja ha stabilito che le truppe olandesi mandarono queste persone a morte certa nel massacro della cittadina bosniaca del 1995

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 27 Giu. 2017 alle 12:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:26

    Il 27 giugno la Corte di appello del Tribunale dell’Aja ha annunciato che i Paesi Bassi sono in parte responsabili della morte di circa 300 persone musulmane che, nel luglio del 1995, furono espulse da una base delle Nazioni Unite occupata dalle truppe olandesi dopo che la zona circostante la cittadina bosniaca di Srebrenica era stata invasa dalle truppe serbo-bosniache.

    La sentenza della Corte d’Appello dell’Aja conferma una decisione del 2014 secondo cui le forze di pace olandesi non potevano non sapere che le persone in cerca di rifugio nel villaggio di Potočari sarebbero state uccise dalle truppe serbo-bosniache una volta espulsi dalla base Onu.

    Lo Stato olandese dovrà versare un risarcimento alle famiglie delle vittime, pari al 30 per cento dei danni subiti dalle donne e dagli uomini e giovani, mandati a morte certa.

    La presidente della Corte d’Appello, Gepke Dulek, ha detto che questi danni saranno quantificati in una udienza successiva.

    Il genocidio di Srebenica

    Nel luglio 2015, a Srebrenica – cittadina dell’attuale Bosnia-Erzegovina – compiva il massacro più brutale e sanguinoso dalla fine della seconda guerra mondiale. Oltre 8.300 uomini e ragazzi bosniaci – in gran parte musulmani – furono sterminati dall’esercito serbo-bosniaco.

    Dal 1995 a oggi sono state ritrovate 233 fosse comuni, in cui erano stati nascosti i corpi delle vittime di Srebrenica. Oggi oltre 6mila vittime sono seppellite nel memoriale di Potocari. Di alcune sono state ritrovate solo alcune ossa, ma per i familiari è importante avere un luogo in cui recarsi a piangere e ricordare i propri cari.

    Secondo l’Istituto bosniaco delle persone scomparse, mancherebbero ancora all’appello i corpi di 1.200 vittime.

    La strage di Srebrenica avvenne sotto l’occhio delle Nazioni Unite e delle grandi potenze internazionali, ma nessuno intervenne. Secondo quanto rivelano nuove indagini, le tre grandi potenze occidentali all’epoca – Regno Unito, Stati Uniti e Francia – sapevano che le truppe serbo-bosniache erano pronte a commettere un massacro. I caschi blu dell’Onu si trovavano in Bosnia, in quel momento. Ma nessuno mosse un dito.

    Nel 2000, in occasione del quinto anniversario del massacro, Kofi Annan – l’allora Segretario generale dell’Onu – ammise gli errori commessi dalla comunità internazionale durante la guerra in Bosnia, dicendo che la tragedia di Srebrenica “avrebbe macchiato per sempre la storia delle Nazioni Unite“.

    – LEGGI ANCHE: Cosa resta di Srebrenica

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