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    Repubblica democratica del Congo, l’Onu rinnova la missione di pace

    La missione Monusco è in corso dal 1990. Credit: Afp

    Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità la risoluzione presentata dalla Francia sulla missione Monusco

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 27 Mar. 2018 alle 18:09 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:36

    Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità il 27 marzo 2018 la risoluzione presentata dalla Francia sul rinnovo della missione di pace Onu in Repubblica democratica del Congo.

    La missione Monusco, in corso dal 1990, è numericamente la più importante e la più costosa attualmente in corso a livello mondiale. In base al testo votato dal Consiglio di sicurezza resterà attiva almeno fino a marzo 2019.

    La risoluzione prevede la conferma di 16mila caschi blu anche allo scopo di garantire il corretto svolgimento delle elezioni presidenziali e amministrative in programma il 23 dicembre 2018, dopo che già due volte il voto è stato rinviato.

    Il testo presentato da Parigi sottolinea la “necessità di fare tutto il possibile per garantire che le elezioni siano organizzati con i requisiti di trasparenza, credibilità, apertura e sicurezza”.

    Secondo il testo presentato da Parigi, la missione Onu fornirà sostegno logistico e assistenza tecnica all’organizzazione della tornata elettorale, uno snodo chiave per il futuro del paese, oltre a dover assicurare “protezione” ai civili congolesi.

    Il Consiglio di sicurezza ha invitato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a predisporre, se necessario,  dei piani che includano “tutte le opzioni” tra cui l’invio di rinforzi da altre missioni Onu.

    Il signor Guterres dovrà fare il punto su questi piani di emergenza prima della seduta del Consiglio tra 90 giorni.

    Monuso riferirà ogni violazione dei diritti umani al Consiglio di sicurezza.

    Questa nuova risoluzione arriva in un momento di forti tensioni tra le Nazioni Unite e il presidente congolese Joseph Kabila, che resterà al potere almeno fino al 2019, vale a dire oltre due anni dopo la fine del suo secondo mandato.

    La Repubblica democratica del Congo, il più grande paese dell’Africa sub-sahariana, non ha mai vissuto una transizione pacifica dall’indipendenza nel 1960.

    Per rafforzare la pressione diplomatica su Kabila, è previsto un incontro tra Guterres e il presidente congolese prima delle elezioni.

    Il governo chiede da tempo il ritiro della missione Onu, mentre i partiti di opposizione ne sollecitano invece un potenziamento del suo mandato per avere la certezza che le elezioni si svolgano effettivamente a dicembre.

    Il 13 aprile 2018 a Bruxelles, in Belgio, è in programma  la conferenza dei donatori con l’obiettivo di raccogliere 1,7 miliardi di dollari di aiuti per far fronte alle varie crisi umanitarie che affliggono la Repubblica democratica del Congo.

    Kabila non parteciperà, lamentando che la crisi umanitaria nel paese “non è così eccessiva rispetto a quanto denunciato all’estero”.

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