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    Repubblica Ceca, trecentomila persone in piazza contro il governo sovranista di Babis

    Credit: Michal Cizek / AFP
    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 24 Giu. 2019 alle 12:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:05

    Repubblica Ceca manifestazioni contro Babis | Andrej Babis | Proteste Praga

    Repubblica Ceca manifestazioni contro Babis | Oltre trecentomila persone sono scese in piazza, a pochi giorni dalla manifestazione precedente, per protestare contro il governo sovranista di Andrej Babis, accusato di corruzione. I cittadini cechi chiedono a gran voce le dimissioni del premier. A manifestare sono soprattutto giovani, che sventolano la bandiera nazionale e intonano slogan e canti.

    “Babis, dimettiti!”, “Adesso basta”, “Non rinunciamo alla democrazia, in nome di nonni e padri”, sono gli slogan più usati dai manifestanti.

    La manifestazione è iniziata al Letna Park, per poi dirigersi verso il centro città. Tante le bandiere dell’Unione europea.

    Andrej Babis è il secondo uomo più ricco del paese, tycoon soprannominato Babisconi e leader del partito populista e sovranista Ano, Unione dei cittadini insoddisfatti.

    È accusato di malversazione aggravata di fondi pubblici e aiuti dell’Unione europea a vantaggio di una delle sue molte aziende, il centro residenziale e spa resort “Nido delle cicogne”.

    La manifestazione del 23 giugno 2019 è stata la più grande dai tempi della Rivoluzione di velluto, che nel 1989 portò alla caduta del regime comunista cecoslovacco.

    La protesta è stata organizzata dalla ong “Milioni, momenti per la democrazia”. Il vicepresidente, Benjamin Roll, ha dichiarato: “Non stiamo facendo la rivoluzione, ma vogliamo riallacciarci al messaggio e ai valori dell’89”.

    “Siamo venuti per difendere la democrazia, per esprimere il nostro dissenso nei confronti dell’establishment e tutta la nostra preoccupazione per il futuro”, ha spiegato.

    La posizione di Andrej Babis | “Non mi dimetto, non ho fatto niente di male”, ha detto il premier ceco Andrej Babis commentando la manifestazione oceanica a Praga. In una intervista al quotidiano Lidove noviny babis ha detto che non intende mollare, aggiungendo che la Repubblica ceca “non è mai stata meglio di oggi”.

    La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha scatenato l’ondata di proteste, è stata la recente sostituzione del ministro della Giustizia con un politico vicino al presidente Milos Zeman, il giorno dopo che la polizia aveva chiesto l’incriminazione di Babis e di altre persone nel caso di frode su fondi europei.

    I manifestanti chiedono le dimissioni anche di Milos Zeman, il presidente della Repubblica.

    Nonostante le manifestazioni, il consenso per Babis continua ad essere alto. Alle elezioni europee, il partito Ano, ha ottenuto il 30 per cento dei consensi.

    “Oggi c’è stato un flusso multicolore di gente che parlava di indipendenza della giustizia e che voleva mandare me in prigione e il nostro presidente Zeman nella tomba. Incredibile. Ma anche queste sono le opinioni che si possono sentire in democrazia”, ha detto Babis commentando il dissenso.

    Il prossimo mercoledì intanto cinque partiti di opposizione di centrodestra tenteranno di sfiduciare il governo di minoranza di Babis, formato da Ano e dai democratici sociali (Cssd), e sostenuto in Parlamento dai comunisti (Kscm). La mozione di sfiducia rappresenterà tuttavia un passo simbolico, visto che i cinque partiti non hanno la maggioranza necessaria di 101 voti (su 200 in tutto) per far cadere il governo.

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